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Misano, teatro Astra gremito per l'Umanesimo raccontato da Cacciari

Il filosofo ha messo in evidenza i tormenti e le sfide del Quattrocento, tra similitudini e differenze con il nostro presente

Altro che età dell’oro: per Massimo Cacciari l’Umanesimo, il Quattrocento dei grandi personaggi che lasciarono il segno nelle arti e nelle lettere, in realtà fu un campo di battaglia. Questo il tema al centro dell'incontro che il filosofo ha tenuto mercoledì al cinema teatro Astra di Misano, completamente preso d'assalto dal pubblico.

Cacciari ha messo in luce un’altalena di sfide e tormenti intellettuali, di emozioni esasperate, di scontri tra concezioni del mondo diversissime. Affresco filosofico di un momento travagliato della storia, che per molti versi ricorda i nostri anni dominati dall’incertezza. Con una differenza, però, che è anche una lezione su come uscire dalla spirale di rabbia attuale: "Allora — spiega il filosofo — anche nella lotta tra idee differenti, prevaleva il riconoscimento reciproco. Si studiava il passato per elaborare il futuro. E si capiva che per pensare bene si deve parlare bene». Tre punti chiave per una rivoluzione culturale che, a suo giudizio, oggi è più necessaria che mai, per eliminare tutti gli “ismi” — sovranismi, populismi — che ci avvelenano.

Un lungo e a volte accesso dibattito ha chiuso l'incontro.  Venerdì la rassegna J'accuse riprende con Diego Fusaro. Il suo atto di accusa, partendo da Pier Paolo Pasolini sarà l'omologazione sociale e culturale del nostro tempo globalizzato.


 

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