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Fabio De Luigi diventa un rapinatore e debutta nel noir con "Gli uomini d'oro"

L'attore: "Il film racconta una storia realmente accaduta, la sceneggiatura è bellissima e ha un ritmo strepitoso"

Commedia e ironia taglienti. Personaggi che sono diventati cult, come l'ingegner cane di Mai dire gol. Nella carriera dell'attore santarcangiolese Fabio De Luigi non manca niente, anche i ruoli più impegnati, come l'interpretazione nel film drammatico di Salvatores Io non ho paura, tratto dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti. Un genere però forse mancava all'appello. E l'artista non si è lasciato sfuggire l'occasione. De Luigi infatti debutta nel noir, o meglio, come lui stesso lo ha definito nel "crime pop". L'attore sarà nei cinema giovedì nel nuovo film "Gli uomini d'oro", del regista Vincenzo Alfieri.

De Luigi ha presentato questo nuovo progetto anche nel salotto di Fabio Fabio, domenica, nel programma Che tempo che fa, insieme ai suoi compagni di set Giampaolo Morelli ed Edoardo Leo. "Il film si ispira a un fatto di cronaca nera accaduto nel giugno del 1996 a Torino - racconta De Luigi in tv - Due portavalori decidono di autorapinarsi per fare il colpo della vita. Vogliono sostituire i soldi  con carta straccia al momento della raccolta dei valori e poi scappare all'estero". In ballo ci sono quasi cinque miliardi delle vecchie lire e il denaro smuove gli animi, anche di chi di professione ha sempre fatto altro nella vita.

"La caratteristica è che Gli uomini d'oro racconta storia vera, ma lo fa in una forma molto interessante, è un film pieno di ritmo, anche da un punto di vista musicale. Ai tempi su Repubblica Meo Ponti scrisse nel suo articolo, da cui Alfieri ha tratto la sceneggiatura, che 'Se questa storia fosse un film comincerebbe come I soliti ignoti e finirebbe come Le iene di Tantatino'. E in parte è proprio così. Sono degli uomini disperati, arrabbiati e un po' cialtroni che si ritrovano a gestire una cosa più grande di loro. Noi vediamo a rapina, ma è bella la storia e le ragioni che muovono queste persone. E' una sceneggiatura molto bella, ogni volta Alfieri mette il fuoco su un personaggio e si riparte da zero aggiungendo dettagli che prima si ignoravano".
De Luigi non ha nascosto che il ruolo in questo thriller ironico lo preoccupasse: "Sono un attore comico e ci ho riflettuto molto prima di accettare. Mi terrorizzava, pensavo, saremmo credibili? Il risultato è strepitoso, per tutto l'impianto del film e anche per gli altri attori e attrici che fanno parte del cast".

Il film è ambientato in una Torino plumbea l'autista di un furgone valori progetta appunto un colpo con cui scappare in Costa Rica. Luigi  puntava alla baby pensione, 19 anni di lavoro, 6 mesi e un giorno, come il suo amico Luciano, un ex postino, ma quel sogno appare irrealizzabile quindi non resta che sfruttare le falle nella sicurezza della società per cui lavora e in cui transitano ogni giorno svariati milioni. Coinvolto l'ambiguo Alvise, un collega frustrato e incatenato ad un matrimonio che non sopporta più, e un ex pugile, il Lupo, si forma la banda. Il piano prevede niente sangue e niente armi per un colpo grosso che sembra fin troppo facile. Coinvolti anche la Gina, donna di Lupo, e sBoutique, un uomo dalla doppia vita ben nascosta dalla sua attività di parrucchiere da sarto d'alta moda. Una trama cucita alla perfezione, tra noir e ironia.

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