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Il pittore Fernando Gualtieri festeggia cento anni: la vita incredibile del "re" della trasparenza

Dalle corti europee ai conflitti bellici, tra mappe militari e opere d'arte, tra i bistrot in compagnia di Dalì all'amicizia con Barbara Rockfeller

Il pittore della trasparenza spegne cento candeline. Il 1° dicembre Talamello sarà in festa con collezionisti ed estimatori provenienti da tutto il mondo ospiti di un evento organizzato dal Museo Gualtieri e dal Comune. La storia di questo artista si è svolta sullo sfondo degli avvenimenti che hanno fatto tremare il mondo intero: il Fascismo, il Nazismo e l’ultima Guerra Mondiale. La sua pittura è cresciuta assieme alla ricostruzione delle città che erano state ferite dal conflitto, come Rimini, Parigi e Londra. Le sue opere sono oggi custodite a Talamello nel Museo “Lo splendore del reale” a lui dedicato. Nei suoi quadri emergono la trasparenze e i riflessi dei cristalli, lo splendore dei tessuti, la perfezione dei dettagli e soprattutto una luce quasi magica, che ha conquistato e stregato il mondo intero.

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Fernando Gualtieri nasce in Francia, a Longlaville, piccola città mineraria, il primo dicembre 1919 da genitori italiani: il padre originario di San Carlo di Cesena, la madre di Talamello. Ma la sua vita è trascorsa principalmente a Rimini, Parigi e Londra. Fin da bambino mostra spiccate doti nel disegno. Inizia a giocare a calcio – in serie A, nel Bologna e nell’Ancona – ma continua sempre a disegnare, attratto dai volti del cinema e questo, col tempo, l’ha messo nelle condizioni di diventare il pittore della nobiltà europea, dove veniva ospitato per mesi dalle famiglie per realizzare i ritratti delle dinastie che i turisti ammirano quando vanno a visitare i castelli. Durante la seconda guerra mondiale la sua abilità gli evita di andare a combattere in prima linea perché viene chiamato a disegnare le mappe militari. In seguito all'armistizio dell'8 settembre 1943, il suo reparto venne fatto prigioniero dai tedeschi e avviato verso la ferrovia, con probabile meta i campi di concentramento della Polonia o della Germania. Si salva miracolosamente dalla deportazione e riusce a rientrare rocambolescamente a Viserba, dove ancora ci tedeschi e i bombardamenti degli anglo-americani. A casa tutti i suoi disegni del passato sono spariti. I famigliari non ci più. Erano tutti sfollati, chi a San Marino, chi a Talamello, e Fernando li raggiunse. La passione per la pittura non lo aveva mai abbandonato e al termine della Guerra, mentre tutti i suoi coetanei si dedicano al ballo e alle belle donne, lui si estrania catturato dalla vastità del mare e rimane a dipingere sulle scogliere per ore, venendo definito dai passanti un ragazzo strano.

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Parigi, la capitale dell’arte, suscita in lui un fascino particolare e dopo aver conseguito in Italia altre esperienze, come quella calcistica, nel 1950 affronta quello che sente nel profondo dell’anima, l’amore per la pittura, e si trasferisce definitivamente in Francia. Non senza difficoltà: non è facile essere un pittore figurativo negli anni ’50, quando le correnti artistiche in voga sono altre. Parigi è frequentata da grandi artisti, come Salvador Dalì, Boris Vian, Jean-Paul Sartre, Albert Camus, Simone de Beauvoir e dai più noti esponenti della Belle Epoque, come Alain Delon, Brigitte Bardot, Jean Paul Belmondò e tanti altri, che ha la fortuna di conoscere nei caffè e nei bistrot. L’incontro con quella che poi diventa  la sua compagna di vita, Yvette Lichtenberg, una poetessa di alto rango, che gli apre le porte delle più importanti gallerie del mondo e lo mette in condizione di viaggiare nei quattro angoli del globo, ma ovunque si trova torna puntualmente nella sua Rimini. Ma non si restituisce il giusto spessore al racconto della vita di Fernando Gualtieri se non si nominano le persone che conosce e incontra in giro per il mondo: Barbara Rockfeller (New York), John Scrymgeour (Bermuda), Richard Atkinson (Inghilterra), Peter Sharp (New York), Mac Caig (Canada), Menjili de Corny (Marocco), Edward Kossoy (Ginevra), Mr. Weismann (Florida), e molti altri.

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