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Welfare, 32 i beni immobili pubblici inutilizzati affidati in cinque anni a scopi sociali

Tra i 32 già assegnati rientrano anche 7 centri sociali anziani distribuiti su tutto il territorio comunale che contano più di mille iscritti e svolgono una fondamentale azione di socializzazione non solo per la terza età ma per tutto il quartiere in cui sono inseriti

Si è svolta venerdì mattina la commissione consiliare relativa ai beni immobili del patrimonio comunale destinati a scopi sociali. Gli ultimi aggiornamenti presentati segnalano 64 beni immobili comunali destinati a scopi pubblici di cui 36, nello specifico, ai servizi sociali. Di questi 36 sono 32 quelli già assegnati con bandi di evidenza pubblica. Tra i 32 già assegnati rientrano anche 7 centri sociali anziani distribuiti su tutto il territorio comunale che contano più di mille iscritti e svolgono una fondamentale azione di socializzazione non solo per la terza età ma per tutto il quartiere in cui sono inseriti. In questi immobili è anche prevista, oltre la concessione gratuita, anche un contributo per la vita del centro anziani, coprendo le spese per utenze fino ad un massimo di 5 mila euro. Solo nel caso dei centri sociali anziani, l'assegnazione è fatta direttamente ad associazioni di promozione sociale appositamente costituita per la gestione di centro sociale. Tutti gli altri immobili presenti nell’elenco ed assegnati ai servizi sociali sono stati o saranno assegnati con istruttoria pubblica per la coprogettazione con l'associazionismo.

Più in generale, tra beni immobili e altri tipi di servizi, negli ultimi cinque anni sono state 50 le istruttorie pubbliche fatte dai servizi di protezione sociale. Si tratta di una modalità che permette  di coinvolgere il mondo del volontariato in maniera più dinamica e attiva rispetto ad altre, come ad esempio il bando. Tramite l'istruttoria pubblica il volontariato è chiamato infatti anche a coprogettare con l'Ente pubblico, mettendoci idee progettuali ma anche risorse. Al Comune di Rimini spetta l'indicazione delle caratteristiche della struttura in oggetto - e di eventuali risorse previste per il suo utilizzo - e l'indicazione dell'ambito di intervento (per esempio anziani, senza fissa dimora, famiglie, handicap, giovani, intercultura) e delle attività più specifiche per cui tale strutture vengono messe a istruttoria pubblica.

“La commissione – è il commento di Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione sociale del Comune di Rimini – ci ha permesso di fare il punto su uno strumento di intervento pubblico di cui sono particolarmente soddisfatta. L'idea è quella di affrontare specifici bisogni  o problematiche sociali tramite il coinvolgimento e la compartecipazione di spazi prima in disuso da parte della cittadinanza attiva, del terzo settore, del no profit. La consapevolezza è che un effettivo “welfare di comunità” non si realizzi dall'alto, ma insieme al territorio e alle sue forme associative, particolarmente ricca nella nostra comunità. Lo strumento dell'istruttoria pubblica ci ha permesso in cinque anni di assegnare 21 immobili. Tra essi ricordo con particolare piacere i 7 centri anziani ma anche la nuova Casa delle associazioni in via Covignano, inaugurata proprio nell'ultimo anno, con 23 associazioni di volontariato che hanno trovato nuovi spazi per le loro sedi e attività sociali. Ho poi invitato il Presidente e i membri della Commissione a visitare l'appartamento “seconda stella a destra”, tra quelli concessi dai nostri uffici, dove sono transitate e ospitate donne sole e abbandonate in gravidanza o con figli piccoli, 13 quelli nati in questi pochi anni di apertura. Nelle nostre istruttorie pubbliche ho voluto valorizzare anche l'aggregazione tra diverse associazioni, un vero valore aggiunto che ha permesso di mettere in rete le diverse esperienze e competenze delle nostre associazioni. L'obiettivo è quello di arrivare a breve ad altre istruttorie assegnando ulteriori immobili a a scopi sociali. Questa dovrà essere anche in futuro la strada di un welfare sempre più attento a dare risposte nel quotidiano, utilizzando come strumento il dinamismo della comunità, intesa come insieme di pubblico e privato”.

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