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Lunedì, 29 Aprile 2024
Alimentazione

I piatti della tradizione pasquale a Rimini

Seppur quest'anno la Pasqua sarà festeggiata tra pochi intimi, ognuno a casa propria a causa dell'emergenza da Covid-19, non mancheranno i piatti tipici di questa festività

La Pasqua è un momento centrale nella cultura cristiana e italiana, non c’è da stupirsi quindi se il cibo e i riti ad essa connessi hanno un ruolo importante nella sua celebrazione, oltre che ad essere un’occasione per la convivialità e la buona tavola anche se quest’anno sarà invece per pochi intimi a causa dell’emergenza Covid-19 che ci costringe confinati tra le mura domestiche.

Quali sono le tradizioni culinarie pasquali più famose a Rimini?

A Rimini le tradizioni culinarie pasquali del pranzo domenicale iniziano con l’uovo, da sempre immagine della vita. Nella tradizione cristiana, questa è la Resurrezione di Cristo. Il guscio rappresenta la tomba, che si rompe, dentro la quale si trova la vita.

Nella maggior parte delle tradizioni l’uovo, benedetto in chiesa la domenica delle Palme – si fa sodare e viene messo nel piatto del commensale. In silenzio, dopo la preghiera, ognuno pulisce il proprio uovo e lo mangia. Così comincia ogni pranzo di Pasqua. Tradizione vorrebbe, inoltre, che il guscio anziché cestinata nell’immondizia, venisse bruciato nel camino, in quanto parte di un’unità benedetta. Il problema è che di camini, nelle case, oggi se ne trovano pochi, e quest’anno il Covid-19 ha impedito la benedizione delle uova rendendo difficile il compimento di questo rito.

E dopo l’uovo?

Sulle tavole riminesi all’ora di pranzo si prediligono tagliatelle e strozzapreti, magari al ragù, o con un sugo di verdure. Negli antipasti erbe e carciofi – verdure di stagione – o ancora asparagi, e magari affettati. Naturalmente non manca il salame. Molti hanno lo mangiano a colazione con la pagnotta pasquale per iniziare bene la giornata di festa.

E come secondo non può mancare il piatto principale: l’agnello, simbolo per eccellenza della Pasqua cristiana. 

Chi vive in campagna, o vive in una casa con giardino,  solitamente rosola l’agnello sul girarrosto, girando sopra le braci del camino, avvolgendo del lardo in un foglio di carta oleata, lo si infilza su uno spiedo e lo si mette nella fiamma. Quando brucia lo si alza sopra la carne. Il fuoco scioglie il lardo che cade a gocce sull’agnello facendo delle piccole fiammelle.

Un pranzo pasquale senza la colomba, non si può definire tale. La colomba, infatti, è il dolce per eccellenza di questa festività, altro simbolo cristiano. Si tratta di un simil-panettone a guisa di colomba. 

E si finisce come si è cominciato con l’uovo, non più benedetto, ma di cioccolato. Il valore simbolico rimane lo stesso – con tanto di sorpresa – ma si aggiunge un valore di gusto non indifferente: quello del cioccolato.

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