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Domenica, 28 Aprile 2024
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Sole e tatuaggi: cosa c'è da sapere e gli accorgimenti dell’esperto per un'estate "a prova d'inchiostro"

E' doveroso durante la stagione estiva, prendersi cura dei tatuaggi proteggendoli dal sole così da scongiurare dannose irritazioni o reazioni allergiche

I tatuaggi, sin dall'antichità, hanno rappresentato un modo per esprimere l'identità personale, le credenze, e le storie di vita attraverso l'arte indelebile sulla pelle. Negli ultimi decenni, questa forma di auto-espressione è diventata sempre più diffusa e accettata, dando vita a una comunità globale di appassionati e artisti del tattoo.

Tuttavia, l’estate non è sicuramente la stagione giusta per decidere di regalarsi un nuovo tatuaggio e l’esposizione solare è nemica della pelle appena tatuata. Servono due o tre settimane per consentire a un tatuaggio di cicatrizzarsi del tutto e durante questo lasso di tempo sarebbe bene evitare di esporsi al sole, per non danneggiare né i colori del nuovo tatuaggio né la pelle. 

Vediamo quindi quali sono i consigli del Prof. Leonardo Celleno, dermatologo e presidente AIDECO, per prendersi cura dei tatuaggi durante l’estate. 

Come curare i tatuaggi appena fatti 

“Quando ci si tatua - spiega il Prof. Celleno - l’inserimento di pigmenti nella pelle apre come tante piccole ferite, che facilitano l’ingresso ad agenti estranei come per esempio i batteri, che, una volta insediatisi in un ambiente privo di ossigeno come sono i tessuti del derma, possono causare infezioni e infiammazioni che arrivano anche a compromettere la buona riuscita del tatuaggio”. 

Per queste ragioni, l’igiene della pelle è la prima cosa di cui curarsi dopo questa pratica, usando detergenti delicati e debolmente acidi e disinfettanti appropriati.

“È bene evitare l’esposizione al sole perché la radiazione solare può infiammare l’area tatuata e di conseguenza, interagendo con i pigmenti, determinare più facilmente reazioni di fototossicità o di fotoallergia, causando poi l’insorgenza di macchie scure difficilmente trattabili, chiamate iperpigmentazioni” – continua il Prof. Celleno. 

Anche l’abbronzatura artificiale non fa bene perché, anche se la radiazione ultravioletta delle lampade è solo una parte di quella solare, è comunque dotata di molta energia e può produrre dei danni simili a quelli del sole.

Come prendersi cura dei tatuaggi più “datati”

Se invece il tatuaggio è stato fatto ormai da un pò di tempo ci si può esporre al sole senza pericoli, tenendo conto però che la pelle – tatuata o meno – va comunque e sempre protetta dal sole scegliendo creme solari adeguate.

Molte persone tuttavia sono ancora oggi restie ad applicare la protezione, perché temono di non abbronzarsi o – soprattutto chi fa sport – non sopportano la sensazione della crema che tende ad “appiccicarsi” sulla pelle.

“Se proprio non si vuole applicare un prodotto fotoprotettivo, può essere d’aiuto utilizzare degli indumenti con colore e trama che sono in grado di filtrare più o meno la radiazione solare, consentendo un’abbronzatura progressiva. Esistono da molti anni persino indumenti che hanno un preciso fattore di protezione solare (SPF) e che possono facilmente ovviare al problema”, raccomanda Celleno.

Gli sportivi in particolare dovrebbero utilizzare prodotti con un elevato SPF (che riguarda gli UVB) e che proteggano efficacemente anche dai raggi UVA, oltre a essere resistenti ad acqua e sudore. Questi filtri vanno comunque riapplicati dopo un intervallo di tempo non troppo lungo, variabile in base allo sport che si pratica, alla sudorazione e al contatto con gli indumenti.

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