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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Nell'ospizio degli orrori gli anziani lasciati senza cibo e nella sporcizia

Gli ospiti lasciati vagare anche al di fuori della struttura, sottoposti a massicce dosi di tranquillanti non prescritti o minacciati e picchiati

Lasciati senza cibo e tra la sporcizia, una vita d'inferno per i 36 anziani ospiti della casa di riposto "La collina" di Mondaino che, giovedì mattina, ha visto i carabinieri del Nas irrompere nella struttura. I militari dell'Arma hanno eseguito 6 misure cautelari, di cui una in carcere per la titolare Maria Luisa Bulli, Bruno Riccardo operatore sociosantario 56enne, fino ai domiciliari, ed altre quattro persone sottoposte all'obbligo di firma. Le indagini erano partite lo scorso mese di giugno ed hanno interessato sia la casa di riposo che la struttura protetta. Le due realtà, che al massimo potevano ospitare 40 persone, nel corso dell'inchiesta è emerso che tale numero non era sempre rispettato.

A Mondaino l'ospizio degli orrori

Secondo quanto accertato dai Nas, il personale era fortemente insufficiente per accudire gli anziani ospiti tanto che, anche giovedì mattina durante il blitz, sono stati solamente 2 i dipendenti trovati nella struttura. Tutto è partito da un accertamento dell'Asl, la scorsa primavera, che ha poi informato i militari dell'Arma su quanto accadeva all'interno de "La collina". Il successivo monitoraggio della casa di riposo ha permesso di evidenziare come gli anziani non venissero seguiti a dovere e, in alcuni casi, lasciati vagare per il paese fino a quando non ci si rendeva conto che si erano allontanati. Gli stessi operatori somministravano tranquillanti, non prescritti dalle terapie, per tenere sedati gli ospiti in maniera tale che non causassero problemi.

Poco tempo fa una situazione analoga, sempre nel riminese: qui la notizia

Nel corso del tempo, sono stati accertati anche 50 accessi al pronto soccorso per sospette "cadute accidentali" che hanno portato a prognosi anche superiore ai 60 giorni tanto che si ipotizza che gli stessi venissero picchiati. Dalle intercettazioni, poi, è emerso come un 63enne fosse stato colpito a calci nelle parti intime. In un altro caso, un 65enne è stato minacciato di "spezzargli le gambe" se avesse suonato il campanello per richiedere l'intervento di un addetto. Visitati durante il controllo di giovedì mattina, diversi i casi di piaghe da decubito mentre due anziani ospiti, a causa delle loro condizioni, sono stati trasportati in ospedale per le cure del caso.

Anche i farmaci non venivano forniti, in quanto non presenti nella casa di riposo, così come il cibo che veniva lesinato nonostante nei registri tutto venisse riportato per far apparire tutto in regola. Sempre sul fronte dei farmaci, mancavano quelli indispensabili e salvavita mentre, altri, risultavano essere scaduti. Allo stesso tempo, il personale era fortemente inadeguato e, tra questi, è anche spuntato un falso infermiere mentre chi avrebbe dovuto allietare le giornate degli anziani veniva impiegato come operatore socio sanitario.

La retta, pagata dagli ospiti, variava tra i 1300 e i 1700 euro al mese. La struttura, del valore di 2 milioni di euro, è stata messa sotto sequestro e gestita, momentaneamente, dall'Asl in attesa che gli anziani vengano ricollocati in altre case di riposo. Allo stesso tempo, sono in corso i sequestri dei saldi dei conti correnti della Bulli che, nel corso della perquisizione della sua abitazione, è stata trovata in possesso 8 fucile e 4 pistole. Oltre alla Bulli e a Bruno, dovranno rispondere a vario titolo dei reati di abbandono di incapaci, maltrattamenti, abuso di mezzi di correzione, esercizio abusivo della professione, falsità ideologica, esercizio arbitrario delle proprie ragioni, truffa e insolvenza fraudolenta gli operatori sociosanitari S.P.I., 48enne bulgara, S.T., 33enne pesarese, V.A., 27enne napoletano, K.N., 38enne albanese, e l'infermiere 52enne di origini senegalesi M.L..

LO SDEGNO  - “Un intollerabile caso di violenza, che suscita sdegno e orrore. Difficile immaginare e accettare l’idea che degli esseri umani possano commettere su altri esseri umani, anziani e indifesi, maltrattamenti così gravi, fisici e psichici”. Così l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, commenta quanto emerso dall’operazione di polizia giudiziaria che ha portato al sequestro della struttura ‘La Collina’ di Mondaino di Rimini. Una struttura totalmente privata - e non convenzionata con il Servizio sanitario regionale - che ha ottenuto l’autorizzazione al funzionamento nel 2010.  L’indagine è partita proprio grazie alla segnalazione dell’Azienda sanitaria locale della Romagna, che continua ad assicurare la massima collaborazione alla Procura di Rimini, al Comando dei Carabinieri di Rimini e al Comando dei Carabinieri per la Tutela della salute (Nas di Bologna). La stessa Azienda si è immediatamente attivata per valutare lo stato di salute di tutti gli ospiti, per contenere al massimo i possibili disagi e per garantire loro la necessaria continuità assistenziale.

“Ringraziamo l’Azienda sanitaria, la Procura e i Carabinieri per merito dei quali è stato possibile far venire alla luce questo orrore- aggiunge Venturi-. Per arrivare a scoprire tutto questo è stato fondamentale il sistema dei controlli e delle ispezioni che abbiamo messo in campo. Controlli che sono stati numerosi, svolti anche in orari non convenzionali, e che hanno funzionato. Non possiamo permettere che episodi così gravi gettino ombra su un sistema di qualità, fatto di professionisti capaci e scrupolosi, che ogni giorno svolgono con competenza e dedizione un lavoro importante e delicato come l’assistenza alle persone anziane, spesso non autosufficienti. I famigliari hanno tutto il diritto di stare tranquilli, quando affidano un proprio caro ad una struttura di accoglienza, privata o pubblica che sia. E proprio ai famigliari chiediamo massima attenzione e collaborazione: sono loro i primi che possono segnalare a Enti locali, Aziende sanitarie e Forze dell’ordine situazioni dubbie o sospette”.

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