Un vero e proprio set della truffa, che ha fruttato a due malviventi un discreto bottino in cellulari di ultima generazione e apparecchiature elettroniche, quello scovato dai carabinieri di Riccione. A finire in manette sono stati un 44enne residente a Misano e un 30enne residente a Pescara i quali, secondo le indagini degli inquirenti dell'Arma, avevano truffato decine di rivenditori di cellulari e negozi di elettronica. I malviventi, infatti, realizzavano una serie di documenti falsi, patenti, carte d'identità, buste paga e codici fiscali, per poi presentarsi ai negozianti e chiedere un finanziamento per l'acquisto della merce. Una volta ottenuto il via libera dalla finanziaria, grazie ai falsi, i due procedevano a ritirare televisori, iPhone, iPad, cellulari, videocamere, computer e altro per poi sparire facendo perdere le loro tracce.

Tutta la refurtiva, poi, veniva smerciata sottocosto ad incauti acquirenti. A segnalare i due truffatori sono stati i dipendenti di un negozio di telefonia insospettiti dal fatto che la richiesta di finanziamento era stata rifiutata per delle incongruenze anagrafiche. I carabinieri si sono quindi messi sulle tracce dei malviventi pizzicandoli, nella serata di amrtedì, all'uscita di un negozio. In loro possesso sono state trovati dei documenti falsi e, nell'appartamento del misanese, un faldone pieno di carte d'identità e altri documenti intestati a persone di fantasia coi quali era possibile accendere altri finanziamenti. Al momento, sono due le truffe accertate a Rimini ma sono in corso le indagini dell'Arma per trovare altri finanziamenti irregolari. I due, dopo una notte in camera di sicurezza, sono stati processati per direttissima nella mattinata di mercoledì.