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Cronaca

Accusate di aver costretto due bambini a spogliarsi a scuola, assolte psicologa e assistente sociale

Il calvario giudiziario delle due professioniste finite a processo con l'accusa di perquisizione e ispezione personali arbitrarie

Si è conclusa con una assoluzione, per difetto di prova, il calvario giudiziario di una psicologa e di un'assistente sociale accusate di aver costretto due fratellini a spogliarsi a scuola per essere ispezionati in cerca di maltrattamenti da parte del nuovo compagno della madre e per questo finite a processo con l'accusa di perquisizione e ispezione personali arbitrarie. Una intricata vicenda famigliare iniziata nel 2017 quando il padre dei piccoli, in procinto di separarsi dalla moglie, aveva denuncia quest'ultima e il suo nuovo fidanzato sostenendo che l'uomo picchiasse i bambini. Fu così che, una mattina, alla scuola frequentata dalle presunte vittime si presentarono la psicologa e l'assistente sociale ch avevano chiesto al preside di ‘ispezionare’ il corpo dei bambini per cercare presunti maltrattamenti. Sia il dirigente scolastico che le maestre, però, non avevano mai notato nulla di strano sui corpi dei due fratellini e, per questo, si erano opposti. Nonostante il diniego, le due professioniste avevano proceduto facendo spogliare i bambini alla ricerca di segnali rivelatori ma, sui piccoli, non era stato trovato nemmeno il più piccolo dei lividi. Anche i bambini, pare senza troppa convinzione, avevano accreditato la tesi del padre sostenendo di essere regolarmente picchiati dalla mamma e dal nuovo compagno. Nel corso del dibattimento, tuttavia, è emerso che il loro genitore li aveva indottrinati al fine di screditare l'ex moglie e, per questi motivi, dovrà rispondere di calunnia.

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