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Cronaca

San Patrignano, sfogo di Muccioli: "Contro di me un complotto"

Ad oltre un anno dalle dimissioni da tutti gli incarichi nella comunità di San Patrignano, fondata nel '78 da suo padre Vincenzo, Andrea Muccioli si è sfogato su Facebook

Ad oltre un anno dalle dimissioni da tutti gli incarichi nella comunità di San Patrignano, fondata nel '78 da suo padre Vincenzo, Andrea Muccioli si è sfogato su Facebook, spiegando attraverso il social network la sua versione dei fatti sull'uscita di scena dalla comunità per il recupero dei tossicodipendenti, che ha sede a Coriano (Rimini) e attualmente ospita oltre 1.300 ragazzi.

"I ricconi frustrati che conosci hanno deciso di espropriare la comunità con un semplice ricatto: il posto dipende dai nostri soldi, o te ne vai via tu o noi interrompiamo immediatamente i finanziamenti e voi dovete chiudere nel giro di un mese. Un complotto preparato da tempo, rallentando il flusso delle donazioni per creare un bel buco e dare al momento opportuno la colpa a me", scrive Muccioli in risposta ad un ex 'ragazzo di Sanpa' che, come altri, gli aveva chiesto 'cos'é veramente successò.

Le dimissioni a fine agosto 2011 (Andrea guidava Sanpa da 16 anni, dalla morte del padre nel '95) all'epoca erano state fatte risalire a screzi sulla gestione e i bilanci di San Patrignano tra il figlio del fondatore e la famiglia di Letizia e Gianmarco Moratti, principale finanziatrice della comunità.

"La scusa ideale - scrive ora Andrea Muccioli sul social network, senza citare i Moratti - è stata la famosa casa, quella che hanno fatto vedere ai giornalisti raccontando che ero fuori di testa e mi volevo costruire una reggia, 'dimenticandosi' che per sette anni loro erano lì, a progettarla insieme a noi, ad arredarla con i loro architetti". E aggiunge: "Mi sono sacrificato per provare a dare un'altra chance alla comunità. Ho rifiutato soldi e favori da parte dei ricconi, perché per avere sicurezze economiche per la mia famiglia avrei dovuto rinnegare la verità e affermare davanti a tutti che non c'era stato nessun complotto, che loro, i padroni, erano i continuatori ideali dell'opera di mio padre, che i loro dieci scagnozzi erano il gruppo dirigente ideale per la continuazione".

"Se avessi voluto arricchirmi, o una vita di agi o di potere, non avrai mai fatto - sottolinea Muccioli - la vita che ho scelto, perché avendo vissuto accanto a mio padre per tanto tempo sapevo ciò che sceglievo. Io ho la coscienza a posto e l'animo tranquillo di chi si è sempre comportato con trasparenza e onestà", "anche a 48 anni, senza lavoro, con un affitto da pagare e dovendo chiedere a mia madre un aiuto economico per mandare avanti la mia famiglia". "Il posto invece - critica - è stato tradito e insudiciato nel suo spirito, perché tradito nella verità".

"Troppe falsità sono state dette ai ragazzi solo per difendere una squallida scalata al potere. Troppa malafede per costituire le presunte nuove basi di una rinascita. Infatti hanno avuto bisogno di confezionare l'eretico da bruciare in piazza tra gli applausi della folla", continua Muccioli. "Oggi in me - conclude - c'é molta più serenità che amarezza, e quest'ultima non è più dovuta a risentimenti personali, ma alla grave preoccupazione che quel posto possa perdere la vocazione per cui è stato concepito e realizzato".

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