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Cronaca

Riorganizzazione dell’Ufficio di Supporto del Sindaco, Rimini si adegua alla Corte dei Conti

Con delibera di giunta è stata approvata la modifica della struttura dell'Ufficio di Supporto del Sindaco istituito ai sensi dell'art. 90 TUEL e dell'articolo 10 del Regolamento comunale per l'Ordinamento degli Uffici e dei Servizi

Con delibera di giunta è stata approvata la modifica della struttura dell’Ufficio di Supporto del Sindaco istituito ai sensi dell’art. 90 TUEL e dell’articolo 10 del Regolamento comunale per l’Ordinamento degli Uffici e dei Servizi. La modifica riguarda il reinquadramento della figura professionale del Capo di Gabinetto dalla categoria D alla categoria C, con decorrenza dal primo novembre.

Questa modifica è stata decisa in seguito ai rilievi della Procura della Corte dei Conti e in più generale alla luce del nuovo orientamento della giurisprudenza contabile sull’inquadramento necessario per ricoprire l’incarico di Capo di Gabinetto. “La decisione di procedere subito alla modifica senza attendere l’esito del giudizio – commenta il sindaco Andrea Gnassi – è per evitare la classica situazione all’italiana di incertezza, che tra ricorsi e controricorsi può durare anni, sull’operato dell’Amministrazione”.

Al momento dell’individuazione dei requisiti necessari per ricoprire il ruolo di Capo di Gabinetto, gli uffici comunali avevano giudicato non necessario il possesso dei requisiti ordinariamente prescritti per l’accesso ai posti di organico ascritti alla categoria D, in particolare, il possesso del diploma di laurea. Valutazioni queste che si basavano sul fatto che al momento della redazione della delibera comunale (luglio 2011) esisteva un unico precedente giurisprudenziale in materia, che non era in contrapposizione con la scelta compiuta dagli uffici. Inoltre, per quanto riguarda l’Amministrazione Comunale di Rimini, a differenza di altri casi, alla figura del Capo di Gabinetto sono assegnate solo funzioni di indirizzo e di controllo e non compiti gestionali. Solo in seguito, la giurisprudenza contabile si è orientata nella direzione opposta.

“Tutte le nostre scelte nella fase di riorganizzazione dell’Ufficio di Supporto del Sindaco e della giunta sono state fatte nell’ottica di una razionalizzazione delle risorse, di risparmio e di maggiore efficienza della macchina comunale – commenta il sindaco – I tagli, l’investimento sull’approccio integrato e su una figura di Capo di Gabinetto che potesse garantire un raccordo tra le diverse attività del Comune, dai lavori pubblici alla cultura, dall’urbanistica alle fogne, tra la giunta e i dirigenti dei diversi settori, ha consentito fino ad oggi un risparmio di 1.140.000 euro".

"In questo caso siamo di fronte ad un colossale paradosso - prosegue Gnassi -. Si contesta una figura non dirigenziale inquadrata in categoria D, reperibile 24 ore su 24 e sette giorni su sette, e non si considera il risparmio di oltre un milione ottenuto in virtù di questa riorganizzazione. Alla faccia del federalismo e dell’autonomia degli enti locali. Ha ragione il presidente dell’Anci Fassino quando, in rappresentanza dei sindaci di tutti i colori, dice che i Comuni hanno vissuto sulla loro pelle "una sequenza di provvedimenti legislativi e normativi che hanno preteso  di incidere sull’ordinamento e sull’organizzazione delle  nostre amministrazioni, con prescrizioni spesso umilianti, inutili, quando non fonte di costi supplementari"".

"Il problema – continua il sindaco – non è l’operato della Corte dei Conti, che non fa che applicare norme che cambiano continuamente. Sono le norme stesse che mettono in difficoltà i Comuni. Emblematico il pronunciamento di qualche giorno fa della stessa Corte quando scrive che i Comuni "per quanto riguarda il loro esercizio e bilancio 2013 lavorano in una situazione al limite dell’irragionevolezza". I Comuni, oltre che gabellieri di Roma, sono ormai espropriati dall’autonomia organizzativa minima, anche a fronte di risparmi. Paradossalmente, se avessimo speso quel milione risparmiato per ottenere un efficentamento dell’attività comunale, nessuno avrebbe avuto niente da eccepire. Abbiamo invece fatto la scelta più utile e più conveniente per il Comune, venendo penalizzati. Non c’è che dire: benvenuti in Italia”.

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