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Cronaca

Notte brava di un 22enne: e il padre si scaglia contro la Polizia per evitarne l'arresto

Era circa l'una quando, su disposizione della Sala operativa della Questura di Rimini, una Volante è intervenuta in via Cesena

Gli agenti della Volante della Questura di Rimini hanno arrestato nella nottata tra lunedì e martedì due tunisini, rispettivamente di 46 e 22 anni, per violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Era circa l'una quando, su disposizione della Sala operativa della Questura di Rimini, una Volante è intervenuta in via Cesena da dove era giunta una segnalazione da parte di una donna, preoccupata per la figlia minorenne in compagnia del fidanzato di origine tunisina. La signora temeva che il giovane la trattenesse arbitrariamente contro la sua volontà e che le avesse procurato delle violenze.

Gli agenti giunti immediatamente sul posto hanno notato un giovane di origini nordafricane seduto sul muretto in prossimità dell’abitazione della ragazza che, alla vista dei poliziotti ha cercato di allontanarsi. I poliziotti gli hanno quindi intimato di fermarsi, ma il giovane anziché fermarsi, ha cominciato ad apostrofare in cattivo modo gli agenti. Il personale in divisa ha tentato di riportare alla calma il giovane, il quale, in stato di alterazione alcolica, è stato tutt'altro che collaborativo, rifiutando di fornire le proprie generalità.

Il 22enne ha consegnato una carta d’identità. Dagli accertamenti telefonici effettuati dai poliziotti è emerso che nell’interloquire telefonicamente con la ragazza minore per accertarsi delle condizioni fisiche e psichiche, la conversazione della ragazza con uno dei poliziotti è stata interrotta dal ragazzo che, dopo aver preso di mano il telefono alla ragazza, ha chiuso bruscamente la chiamata. Nel frattempo sono giunti sul posto i genitori del giovane e la ragazza: subito la madre del tunisino ha invitato il proprio figlio a tenere un comportamento consono e collaborativo con i poliziotti; inviti che sono rimasti senza ascolto: il ragazzo ha continuato nel comportamento molesto proferendo frasi oltraggiose e minacciose all’indirizzo di uno degli agenti, tentando di avvicinarsi all'agente per cercare lo scontro fisico. II padre del 22enne ha cercato di allontanare il figlio, ma questo dopo aver perso definitivamente il senso della ragione ha cercato di raggiungere il poliziotto.

Nel frattempo anche il padre del ragazzo non ha esitato anch’esso ad usare la viva forza un po’ contro tutti gli operanti al fine impedire l’arresto del figlio. In particolare, mentre alcuni degli agenti hanno cercato di bloccare non senza difficoltà il giovane, il padre, dopo aver preso la rincorsa, ha afferrato le braccia del figlio con il chiarissimo intendimento di evitare l'arresto. E quando uno degli operatori gli ha sottratto la presa del figlio, l’uomo ha reagito con violenza colpendolo con una ginocchiata alla zona lombo sacrale. I due sono comparsi martedì mattina davanti al giudice per il processo per direttissima.

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