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Cronaca

Dalla black list del terrorismo spunta un tunisino residente a Rimini

A divulgare il documento ufficiale degli Usa, che raggruppa 13 presunti jihadisti residenti in Emilia Romagna è stata la Lega Nord

"Il pericolo è in casa nostra", tuonano i consiglieri regionali Lega Nord dell'Emilia-Romagna che, nel pomeriggio di mercoledì, hanno diffuso l'elenco di 13 presunti jihadisti residenti in regione. I nomi arrivano da una lista diffusa (QUI ELENCO COMPLETO), lo scorso 16 gennaio, dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d'America per interrompere il flusso di denaro che andava a finanziare i terroristi. Si tratterebbe di 10 stranieri residenti nel bolognese, 2 nel parmigiano, uno nel reggiano e uno nel riminese. In particolare, quello riminese sarebbe un tunisino 40enne che, secondo gli 007 statunitensi risiedeva all'ombra dell'arco d'Augusto. Azhar Ben Khalifa Ben Ahmed (alias Lazher Ben Khalifa Ben Ahmed Rouine, alias Lazhar, alias Salmane) era stato arrestato dalla polizia di Stato di Rimini nel 2002 quando risiedeva in vicolo San Gregorio ma, stando ai documenti dell'intelligence statunitense, da allora si sono perse le sue tracce.

“Le politiche lassiste della sinistra hanno permesso pericolose infiltrazioni estremiste, ora c’è da serrare le maglie dell’immigrazione  e da avviare la politica del pugno di ferro contro i luoghi di culto islamici", avverte il capogruppo leghista Alan Fabbri, già firmatario, con l'intero gruppo del Carroccio, di una risoluzione anti-moschee. Fabbri fa notare che ben dieci sospettati sono transitati per Bologna, “dove la sinistra ha creato una situazione di totale deregulation e anarchia”. La ricetta Lega Nord per la prevenzione e il contrasto del pericolo terroristico passa attraverso: “Una moratoria totale sulle cittadinanze agli stranieri, più controlli sul territorio, più forze di polizia, potenziamento dei servizi di sorveglianza su luoghi di culto e  associazioni islamiche, più controlli alle frontiere, stop a Schengen,  moratoria su nuove moschee, stop a Mare Nostrum e Triton (strumenti di  invasione incontrollata), no alla chiusura dei 252 uffici di polizia  postale e di frontiera. Se, di fronte a questi allarmi, Regione e Governo non si muovono sono da ritenersi complici. L’allarmante vicinanza di presunti jihadisti svegli le coscienze del Pd, serve subito la cura Lega per garantire la sicurezza ai cittadini”.

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