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Cronaca

Bambina di 3 anni maltrattata e denutrita dagli zii che dovevano accudirla

La mamma, finita in carcere, aveva affidato la piccola alla coppia che per mesi l'avrebbe seviziata; i carabinieri l'avevano trovata spaventata, tremolante e piena di lividi

Una vicenda agghiacciante quella per cui sono a processo, con rito abbreviato, tre nomadi accusati di maltrattamenti nei confronti di una bambina di 3 anni ritrovata dai carabinieri nel dicembre del 2019 visibilmente denutrita, rasata a zero e piena di ematomi. A far scoprire le vessazioni a cui era sottoposta la piccola era stata un'amica di famiglia che, mossa a pietà per le condizioni in cui versava, aveva dato l'allarme ai militari dell'Arma che a loro volta avevano scoperto una storia raccapricciante. La madre della bambina, nel giugno del 2019, era finita in carcere ed aveva affidato la piccola agli zii, una coppia nomade di 28 e 30 anni residente a Riccione, che però non si prendeva assolutamente cura della nipotina lesinandogli il cibo e non perdendo occasione per alzare le mani su di lei. A notare la presenza della bambina nell'abitazione era stata un'amica della coppia che frequentava l'appartamento degli zii in quanto faceva la parrucchiera a domicilio. La giovane, che in un primo tempo l'aveva scambiata per un maschio in quanto rasato a zero, aveva così deciso di informarsi su chi fosse e la 30enne aveva spiegato che si trattava della nipote, figlia della sorella del marito, attualmente in carcere. Alla richiesta dei motivi degli evidenti lividi, la donna aveva risposto che "quando mi prendono i 5 minuti mi sfogo su di lei".

Alle origini delle vessazioni sulla nipotina, sempre secondo il racconto della donna, ci sarebbe stato il comportamento che la cognata aveva tenuto nei confronti dei figli della 30enne quando a finire in carcere era stata quest'ultima e a suo dire anche loro erano stati maltrattati dalla zia. L'amica di famiglia, impietosita nel vedere quella creaturina col volto tumefatto da pizzichi e morsi oltre all'aria spaventata, si era così rivolta ai carabinieri di Riccione per denunciare la vicenda. Nell'appartamento era intervenuta una pattuglia dell'Arma coi militari che avevano trovato la piccola nascosta dagli zii sotto a un letto con ematomi su tutto il corpo. Portata in pronto soccorso, i medici le avevano diagnosticato delle policontusioni su tutto il corpo e, in particolare, alla testa. Escoriazioni e sospetta frattura del naso, contusioni multiple peri vertebrali ed ematomi alle caviglie. Il tutto con una prognosi di 15 giorni.

Ne era partita una denuncia per maltrattamenti con le indagini coordinate dal sostituto procuratore Davide Ercolani concluse con il rinvio a giudizio degli zii e di una terza persona che frequentava la famiglia di nomadi. Nella giornata di lunedì si è tenuto il processo con rito abbreviato (che comporta lo sconto di un terzo della pena) davanti al gip, Manuel Bianchi, col pubblico ministero che ha chiesto una condanna a 5 anni per la 30enne e il 28enne e a 3 anni per l'amica di famiglia. Il giudice, al termine del procedimento, ha condannato gli zii rispettivamente a 3 anni e 6 mesi e 2 anni e 6 mesi mentre, la terza imputata, è stata assolta per non aver commesso il fatto.

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