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Cronaca Bellaria-Igea Marina

Barche da diporto con certificati non a norma, nei guai l'Istituto Giordano di Bellaria

Secondo le accuse, l'ente ha rilasciato della false certificazioni di sicurezza ai natanti la cui libera circolazione è potenzialmente compromettente per il traffico marittimo

L'attività di polizia giudiziaria del personale della Guardia Costiera di Rimini ha effettuato, nella mattinata di venerdì, una serie di controlli sulle procedure di certificazione di sicurezza, adottate dall'Istituto Giordano S.p.a. di Bellaria e disposte dal sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, Luca Bertuzzi. L'inchiesta ha coinvolto diversi natanti da diporto su tutto il territorio nazionale oltre a diverse imbarcazioni che si trovano all'estero e, per le quali, è stata necessaria una rogatoria internazionale. 

L'attività, svolta in coordinamento con altri Comandi di Capitaneria di porto, ha visto i militari eseguire il sequestro preventivo disposto dal Giudice delle Indagine Preliminari del Tribunale di Rimini di 5 unità da diporto affette da gravi irregolarità e la cui libera circolazione è potenzialmente compromettente per il traffico marittimo, per la sicurezza della navigazione, la salvaguardia della vita umana in mare e la tutela dell'ambiente marino, non essendo le imbarcazioni in possesso di quei requisiti essenziali stabiliti dalla normativa nazionale e internazionale che ne garantiscono la sicurezza.

Le misure preventive messe in atto hanno inoltre coinvolto la Divisione Nautica dell'Istituto Giordano, posta sotto sequestro preventivo dai militari della Capitaneria di porto di Rimini, dove materialmente venivano rilasciate le false certificazioni alle imbarcazioni in tempi celeri, in modo da abbattere i costi connessi che l'esecuzione di controlli effettivi richiede ottimizzando in tal modo i profitti dell'Istituto. Le ipotesi di reato, derivanti dalla fraudolenta attività tecnica di valutazione delle caratteristiche delle unità esaminate dal personale dell'Istituto Giordano, configurano i reati di abuso di ufficio in concorso di persone con circostanze aggravanti, falso ideologico, attentati alla sicurezza dei trasporti per sottoscrivere e rilasciare a favore dei committenti privati i previsti Certificati di sicurezza attestanti la conformità alla normativa comunitaria in materia alle predette unità da diporto, arrivando fino alla truffa aggravata ipotizzata a carico di un noto cantiere nautico delle Marche ai danni di un Ente pubblico.

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