Caporalato nelle campagne romagnole, indagato dalla Procura di Rimini uno straniero

Si aggirava per la stazione ferroviaria di Rimini in cerca di disperati e indigenti per offrire loro 9 dure ore di lavoro nei campi della Romagna a 40 euro al giorno e, nonostante la misera paga, i lavoratori non venivano mai retribuiti. A far scoprire l'attività di caporalato messa in piedi da un romeno 25enne sono stati due italiani, un lampedusano 53enne e una foggiana 45enne, che per motivi di necessità erano arrivati a bivaccare nella stazione ferroviaria di Rimini. I due, avvicinati dallo straniero nei primi di settembre del 2013, spinti dal bisogno avevano accettato il lavoro proposto dal romeno e, il giorno successivo, erano stati raccolti da un pulmino con altri 5 lavoratori reclutati dal 25enne. Trasferiti in un residence di Bellaria, in teoria pagato dal romeno, i lavoratori erano poi stati portati nelle campagne di Lugo per essere impiegati come braccianti agricoli ma, al termine della giornata di lavoro, erano poi stati riaccompagnati nel residence senza essere pagati. Nei due giorni successivi, tutti i lavoratori erano poi rimasti nella struttura ricettiva senza avere più notizie del romeno fino a quando il titolare del residence, che non era stato pagato, li ha messi alla porta. Il 53enne e la 45enne si sono così rivolti alle forze dell'ordine per sporgere denuncia e, al termine delle indagini, è stato individuato il romeno che ora deve rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Un'accusa che, se riconosciuto colpevole, comporta una condanna alla reclusione da cinque a otto anni e con la multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato.