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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Cattolica

Cattolica ricorda Simoncelli e gli dedica un laboratorio medico

Il Laboratorio di Biomeccanica dell'Ospedale "Cervesi" di Cattolica sarà intitolato al compianto pilota Marco Simoncelli, che in quell'ospedale è nato. L'idea è nata dal sindaco Cecchini

Il Laboratorio di Biomeccanica dell'Ospedale “Cervesi” di Cattolica sarà intitolato al compianto pilota Marco Simoncelli, che in quell'ospedale è nato. L'idea, e conseguente proposta, viene dal sindaco di Cattolica Piero Cecchini che l'ha condivisa stamane, a margine dell'inaugurazione del Laboratorio stesso, col Direttore Generale dell'Azienda USL di Rimini Marcello Tonini, uil quale l'ha subito accettata. Già in apertura di cerimonia era stato osservato un minuto di silenzio in memoria del centauro di Coriano

Nel corso dell'intera inaugurazione era palpabile la commozione. Anche perchè quel Laboratiorio è all'avanguardia proprio per la diagnosi e successiva riabilitazione degli arti superiori danneggiati dall'attività sportiva, specialmente di alto livello.

“Fa effetto – ha detto il sindaco Cecchini, nel suo intervento – aver avuto ieri la notizia di questo tremendo lutto, e trovarci oggi a festeggiare il nuovo servizio che dà tanto lustro all'ospedale di Cattolica, e alla città, e che è dedicato certamente a tutti i pazienti, ma è in grado di rispondere anche alle esigenze degli atleti professionisti”. Quindi, successivamente, la proposta del sindaco di Cattolica all'Azienda, che nelle prossime settimane provvederà a darvi corso.

Il sorriso, l'affabilità, la simpatia di Marco Simoncelli, oltre alle sue doti come corridorie, sono state ricordate, sempre in apertura di inaugurazione, dal dottor Fabrizio Borra, specialista nella riabilitazione e preparazione di atleti di varie discipline, tra cui il motociclismo.

Quindi la presentazione clinica del nuovo Laboratorio. Le patologie di spalla e gomito – ha spiegato il dottor Giuseppe Porcellini (direttore dell'Unità Operativa di Chirurgia della Spalla e del Gomito del “Cervesi” - rappresentano un problema molto serio per tutti, e in particolare per le persone disabili, con particolare riferimento a quelle in carrozzina, nello svolgimento sia di molte delle attività di vita quotidiana sia dell'attività sportiva, anche se svolta a carattere riabilitativo o preventivo. In particolare il dolore causa la perdita della propria quotidiana autonomia anche in quei semplici gesti di movimento, nei quali, la spalla ricopre un ruolo di eccezionale importanza. Negli Stati Uniti d’America circa la metà delle persone affette da paraplegia che utilizzano la carrozzina lamentano dolore alla spalla e al gomito e vengono più precisamente riportati in letteratura 100.000 casi a riguardo. Il 32 per cento dei pazienti paraplegici riferisce dolore alle spalle e tale valore raggiunge l’85 per ento dai 5 ai 19 anni dopo il trauma. Il 77 per cento degli atleti con paraplegia lamenta dolore alla spalla e questo limita notevolmente la qualità della vita.

Per questi pazienti la risoluzione del dolore deve essere la priorità nella scelta del trattamento terapeutico. A questo si aggiunge il sovraccarico cronico dell’articolazione della spalla che si traduce, nel tempo, in alterazioni anatomo-funzionali progressive. In letteratura esiste uno studio che mostra come, nelle lesioni della cuffia dei rotatori, l’eziologia correlata all’età giochi un ruolo minore rispetto alle cause meccaniche, in quanto nel gruppo dei pazienti paraplegici esaminati non si rilevano delle differenze nella prevalenza delle lesioni tendinee tra spalla destra e sinistra. Quindi, l’utilizzo della carrozzina porta a delle alterazioni biomeccaniche che giocano un ruolo fondamentale nel provocare dolore e carichi eccessivi e ripetitivi sulla spalla determinando uno squilibrio muscolare fra deltoide e cuffia dei rotatori. E’ evidente come questi stress distribuiti in maniera alterata, associati alla particolare postura che il soggetto è costretto ad assumere in carrozzina, possano determinare un insulto reiterato sulla cuffia dei rotatori.

Pare evidente dunque, che, oltre ad una fase diagnostica particolarmente accurata e al momento cruciale dell'intervento chirurgico, che a Cattolica vengono svolti dal dottor Porcellini e dalla sua equipe è assai importante anche la riabilitazione. Un aspetto sul quale da sempre l'Ospedale “Cervesi” di Cattolica pone la massima attenzione. Basti pensare che è presente, all'interno dell'ospedale, caso più unico che raro, una vasca per la riabilitazione dei pazienti operati,.a cura dell'Unità Operativa di “Riabilitazione Funzionale e Protesica”, diretta dal dottor Riccardo Galassi.

Il Laboratorio di Biomeccanica inaugurato oggi è un'ulteriore punta di diamante dell'offerta terapeutca del territorio – ha aggiunto Galassi -, su questa specifica branca. Attraverso apparecchiature e macchine di ultima generazione, per lo più offerte dalle più avanzate case produttrici del settore, e a sistemi di rilevazione del movimento in tempo reale, il paziente può essere sottoposto ad un percorso riabilitativo davvero personalizzato e che, per di più, può essere cambiato in corso d'opera, valutando in tempo reale la risposta del paziente alla somministrazione di movimento fisico.

L'obiettivo è una riabilitazione a misura di paziente, per tutti i pazienti, ma in particolare per i pazienti disabili, per gli atleti, e per i paratleti, categoria di persona nella quale i problemi sopra descritti si fanno sentire di più. Non a caso all'inaugurazione hanno voluto essere presenti, oltre ad una folta rappresentativa di atleti locali, anche Arrigo Sacchi, ex ct del Milan e della Nazionale Azzurra, e Josepha Idem, pluricampionessa olimpica di canoa e prossima a partecipare alla prossima Olimpiade di Londra. Entrambi pazienti del dottor Porcellini, sono intervenuti per esprimere, oltre alla stima nei confronti del professionista, il piacere che cure e assistenza di così alto livello siano erogate da un ospedale pubblico.

In questo senso anche l'intervento del Direttore Generale dell'A.USL: “E chi l'ha detto – ha chiesto retoricamente (dopo aver a sua volta ricordato Simoncelli) – che l'eccellenza c'è solo nelle strutture private? Questa è una struttura pubblica, eppure abbiamo fatto, e facciamo, passi da gigante”. Quindi un richiamo: “Dobbiamo lavorare tutti in armonia, perchè se manca l'armonia, oltre alla fatica, ci vuol poco anche a tornare indietro, rispetto a risultati di questo tipo”.

L'importanza della sanità pubblica e la qualità delle politiche per la salute messe in atto dalla Regione Emilia Romagna, sono stati espressi dal dottor Roberto Piva, vicepresidente della Commissione Politiche per la Salute e Politiche Sociali dell'Assemblea Legislativa Regionale dell'Emilia Romagna: “E' continuo il nostro impegno – ha detto Piva – per far sì che le strutture sanitarie di questa nostra regione siano all'avanguardia, anche attraverso i necessari finanziamenti. Cattolica da questo punto di vista è un esempio virtuoso, e dobbiamo continuare così”.

L'ospedale di Cattolica sarà dunque in grado di risondere ad altissimo livello ai pazienti del territorio circostante, ma che verosimilmente accrescerà ancor più la capacità attrattiva dell'Ospedale di Cattolica nei confronti di pazienti provenienti da fuori. Nonché di grandi sportivi. Un terzo dei pazienti del reparto (che effettua ogni anno circa 1.700 ricoveri e circa 1.200 interventi chirurgici) e che poi svolge la relativa riabilitazione viene da fuori provincia.
 

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