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Cronaca

Coldiretti Rimini, la petizione 'Stop cibo anonimo' sbarca sulla spiaggia del Bagno Tiki

L'appuntamento per chiedere all’Europa di rendere obbligatoria l’indicazione di origine degli alimenti

Sabato 10 agosto, dalle 10 alle 12, Coldiretti Rimini porterà la petizione ‘Stop cibo anonimo’ sulla spiaggia del Bagno “Tiki 26” con l’obiettivo di invitare i bagnanti ad aderire alla raccolta firme avviata per chiedere all’Europa di difendere la nostra salute e tutelare il meglio del cibo italiano. “L’Italia è il Paese dell’eccellenza agricola, ma i prezzi pagati agli agricoltori non consentono, per alcune produzioni, nemmeno di coprire i costi di raccolta - evidenzia il Presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi –questo a causa sia di speculazioni di filiera che, soprattutto, di importazioni selvagge e non tracciate da paesi terzi, importazioni che rischiano di mettere a repentaglio la vita delle nostre imprese e la salute consumatori”.

Durante la mattinata verranno distribuite pesche del nostro territorio che i turisti potranno gustare sotto l’ombrellone. “Fa piacere, evidenzia ancora Cardelli Masini Palazzi, l’entusiasmo con il quale Gabriele, ‘Il Bagnino d’Italia’ ha accettato di collaborare con noi, grazie a questa sinergie  la vacanza al mare diventa occasione per unire la bellezza della nostra riviera riminese agli stupendi territori dell’entroterra e per gustare le specialità locali, genuine e tracciate, del nostro territorio come frutta, vini, formaggi, salumi, carne, olio”.

“La distribuzione delle pesche appena colte sulla spiaggia del Bagno Tiki è, dunque, una ulteriore occasione per evidenziare il problema delle importazioni di prodotti dei quali l’Italia non avrebbe bisogno - spiega Anacleto Malara - Direttore di Coldiretti Rimini, come ad esempio, per rimanere in tema, le tonnellate di pesche e nettarine che giungono dalla Spagna frantumando qualsiasi equilibrio di mercato. A parole - prosegue Malara - nessuno le cerca, nessuno le compra, nessuno le mangia, tutti i distributori si dicono assolutamente attenti al prodotto nazionale, presente in abbondanza, di tutte le qualità e per tutte le tasche, eppure la crescita delle importazioni di pesche dalla Spagna è vertiginosa, avendo fatto registrare nel 2018 un +66%. La Spagna infatti, dopo l’embargo russo, invece di cercare nuovi mercati extra-UE, ha aggredito quello italiano evidentemente con la complicità della distribuzione, grande e piccola che sia. Molte sono correttamente commercializzate con la loro identità. Ma è chiaro che se non c’è scritto nulla,  il consumatore pensa che siano italiane. In molti mercati settimanali, in giro per l’Italia, sono diventati sempre più rari i cartellini con l’origine, ovvero il luogo di coltivazione, obbligatori per il prodotto sfuso. Certo che se ci fosse qualche controllo in più al dettaglio, forse qualcuno starebbe più attento. Perché quella che è distrazione, se riscontrata da un pubblico ufficiale, diventa un reato”.

“L’iniziativa di sabato rientra in un più ampio progetto di valorizzazione delle produzioni locali, da quelle tradizionali a quelle più innovative, che proseguirà per tutta l’estate e nel corso del quale verranno presentate diverse aziende agricole del nostro territorio – conclude Giorgio Ricci - Vice Direttore di Coldiretti Rimini  - l’obiettivo, anche attraverso la petizione europea sostenuta da Coldiretti, è quello di trasmettere all’opinione pubblica l’importanza della trasparenza lungo la filiera, fondamentale per permettere poi ai consumatori di compiere una scelta d'acquisto consapevole, e allo stesso tempo necessaria al fine di tutelare i nostri agricoltori e valorizzare così l'economia, non solo agricola ma anche turistica, del territorio”. “Con entusiasmo abbiamo accolto la proposta di Coldiretti Rimini afferma Gabriele Pagliarani del Bagno”Tiki 26”, valorizzare i prodotti agroalimentari del territorio, infatti, rappresenta un valore aggiunto per tutta la filiera turistica – balneare”.

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