Due casi di stalking per i carabinieri di Riccione che, al termine delle indagini, hanno eseguito altrettante misure cautelari nei confronti degli uomini che avevano reso un inferno la vita delle compagne. Il primo protagonista è un 42enne macedone, residente a Mantova, la cui convivente lo aveva denunciato lo scorso novembre. Nel racconto della donna, il 42enne si era trasformato in una furia e i suoi quotidiani maltrattamenti non si arrestavano nemmeno davanti ai figli minorenni della coppia. Botte e insulti erano all'ordine del giorno e scatenati dai motivi più banali o per gelosia tanto che, la vittima, è caduta in un profondo stato di stress che l'aveva costretta a lasciare il lavoro. L'escalation di violenze è terminata solo quando la donna, dopo l'ennesimo ricovero in pronto soccorsi, ha trovato il coraggio di rivolgersi ai carabinieri e al personale dell'associazione "Rompi il silenzio" con questi ultimi che l'hanno convinta ed aiutata a lasciare la casa del macedone per il quale, il gip, ha disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e il divieto di comunicare con la stessa con qualsiasi mezzo.

Il secondo caso è quello di un 63enne residente a Riccione che, dopo la fine del rapporto, ha iniziato a molestare  e minacciare l’ex compagna con una serie di pedinamenti, appostamenti sul luogo di lavoro e chiamate telefoniche. In più di una occasione, inoltre, l'uomo ha minacciato la donna di sfigurarle il volto con l’acido. In tale periodo la donna, vivendo in un perdurante e grave stato d’ansia e di paura e temendo anche per la sua incolumità fisica, si è vista costretta a rivolgersi ai carabinieri. Anche in questo caso il giudice ha disposto la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa e il divieto di comunicare con la stessa con qualsiasi mezzo.