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Cronaca

Con il "Pozzo di Scienza" atterra a Rimini l’astronave di Stefano Benni

Poniamo per un attimo che davvero il mondo finisca nel 2012. Cosa si dovrebbe caricare su un’astronave che partirà per gli spazi siderali, una volta che la razza umana sarà estinta

Poniamo per un attimo che davvero il mondo finisca nel 2012. Cosa si dovrebbe caricare su un’astronave che partirà  per gli spazi siderali, una volta che la razza umana sarà estinta, per raccontare l’essenza di ciò che l’uomo è stato capace di fare (nel bene o nel male), durante la sua permanenza sul pianeta terra?
Prova a raccontarlo Stefano Benni, domani sera, mercoledì 4 aprile, alle ore 21, al Teatro Ermete Novelli di Rimini, con la performance “L’ultima astronave”, da lui scritta e interpretata, con musiche di Umberto Petrin e prodotto da Marangoni Spettacolo.
Lo spettacolo, offerto gratuitamente da Hera, sarà ad ingresso libero fino ad esaurimento posti e giunge a conclusione della sesta edizione di “Un pozzo di scienza”, il programma di divulgazione scientifica per gli studenti delle scuole superiori della regione, realizzato del Gruppo Hera, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna.
 
Un’astronave su cui caricare il meglio (e il peggio) della storia dell’uomo
Secondo lo scrittore bolognese su quell’ipotetica astronave non basterebbe mettere codici e invenzioni. Occorre la prova della capacità artistica dell’uomo, il suo sogno e il concreto desiderio di comunicare agli altri. Insomma il meglio della sua storia. Lo spettacolo allora si snoda attraverso una particolarissima narrazione della storia del mondo, con in mezzo due scienziati pazzi, un dicitore e un pianoforte, e uno schermo dove appaiono quadri famosi, e inattese sorprese. L’autore di Bar Sport spazia così lungo la linea del tempo su tutte le forme espressive dell’uomo: dai graffiti paleolitici a Leonardo, dai mostri di Bosch a Velasquez, dalla sfida  di Van Gogh a Twombly, attraversando Walt Disney, le ninfee, la restauration art, Klee e Bacon. Ne nasce un viaggio ironico e crudele, che passa in rassegna ciò che di meglio (e peggio) l’uomo ha da mostrare all’universo, nel caso, vicino o lontano, che debba scomparire.
 
1.500 ragazzi hanno seguito a Rimini il “Pozzo di Scienza”
Il “Pozzo di Scienza” anche quest’anno ha confermato il successo della propria formula. Più di 40 fra incontri scientifici, laboratori interattivi, proiezioni e attività dimostrative, hanno coinvolto oltre 11 mila studenti delle scuole superiori delle provincie in cui Hera è operativa. Solo nel riminese hanno partecipato alle attività, che si sono tenute dal 29 al 31 marzo, più di 60 classi, per un totale di oltre 1.500 ragazzi.
 
Fine del mondo, il tema del Pozzo di Scienza 2012
Quest’anno, prendendo provocatoriamente spunto dalla profezia Maya secondo cui nel 2012 il mondo vedrebbe la sua fine, i ragazzi del “Pozzo di Scienza” sono stati chiamati a ragionare sulla “fine del mondo”, un tema che ha comunque sempre affascinato (e spaventato) l’umanità. Il fitto programma di incontri scientifici e attività ludico-didattiche, tenuto da docenti e divulgatori di fama internazionale, ha così approfondito tutti quei temi da cui in realtà la nostra vita dipende e le possibili soluzioni per aiutare il nostro pianeta a sopravvivere ancora a lungo. Si è dunque parlato di energia, clima, acqua. Ma anche di terremoti, ricerca di intelligenze extraterrestri, UFO, virus e pandemie, con l’obiettivo di trovare, nel pensiero scientifico, la guida per orientarsi tra quelle che sono le reali prospettive per l’umanità e le false superstizioni catastrofiste.
Tutti gli appuntamenti proposti alle scuole sono realizzati in collaborazione con “Codice. Idee per la cultura”, società torinese specializzata in progettazione e realizzazione di sistemi dedicati alla divulgazione scientifica e alla promozione della cultura.
 

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