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Cronaca Riccione

Condannata la "famiglia dello spaccio" riccionese: la loro zona era piazzale Azzarita

Arrestati nel dicembre del 2013 dai carabinieri, a loro carico anche una serie di furti di biciclette e il colpo ai danni del Pascucci Bio che aveva fruttato 7mila euro

E' stata condannata, con rito abbreviato, la "famiglia dello spaccio" che a Riccione aveva messo in piedi un piccolo ma redditizio mercatino degli stupefacenti in piazzale Azzarita. Il gup Vinicio Cantarini, su richiesta del pubblico ministero Davide Ercolani, ha emesso una sentenza di 3 anni e 4 mesi per Salvatore Borrelli, napoletano 43enne, 2 anni per il figlio Antonio, 22enne, e 2 anni e 6 mesi per la madre di quest'ultimo, Ester Cioffi di 44anni. Il trio venne arrestato nel dicembre del 2013 dai carabinieri di Riccione dopo un anno di indagini. All'epoca, gli inquirenti dell'Arma chiamarono l'operazione "Pepenero" ed era iniziata nel 2012 con una serie di segnalazioni da parte dei residenti di piazzale Azzarita che, ai carabinieri, hanno raccontato di numerosi episodi di spaccio e consumo di gruppo di cocaina che avvenivano in maniera particolarmente disinvolta nel parcheggio.

Sono quindi iniziate le indagini con gli inquirenti che, fin da subito, hanno messo nel loro mirino la famiglia Borrelli e un amico di questi, un 20enne, scoprendo così che, oltre allo spaccio, non esitavano a mettere a segno anche vari furti. In particolare, per Antonio Borrelli e per il 20enne si è scoperto che erano anche gli autori di un colpo, avvenuto nella notte tra l'1 e il 2 novembre 2012, ai danni del Pascucci Bio di Riccione. Il più giovane, infatti, era un dipendente del locale e sapeva dove venivano custoditi i soldi dell'incasso. Con la complicità dell'amico, erano riusciti a scassinare l'ingresso del bar e, a colpo sicuro, si erano impossessati di 7mila euro per poi fuggire. Il gruppo, inoltre, era anche specializzato nel furto di biciclette (tra i colpi messi a segno anche quello ai danni del vice-sindaco di Riccione, Lanfranco Francolini) con la refurtiva che era stata scoperta a casa dei coniugi.

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