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Cronaca

Cresce la popolazione di Rimini ma ci si sposa meno e sempre più civilmente

Le famiglie al 30 giugno 2016 sono 65.373, quasi 300 in più rispetto all’inizio dell’anno. I nuclei familiari composti da un’unica persona sono la maggioranza

Sarà in pubblicazione nei prossimi giorni il bollettino demografico semestrale che fotografa l’andamento demografico della popolazione riminese nel primo semestre dell’anno. Un nuovo strumento elaborato dall’Ufficio Statistica del Comune di Rimini che si affianca a quello annuale consentendo di registrare più da vicino i mutamenti della collettività riminese, anche se la mancanza del dato comparativo agli anni precedenti limita le analisi della statistica. La popolazione residente nella nostra città al 30 giugno 2016 ammonta a 148.152 abitanti che conferma la tendenza di fondo che negli ultimi anni ha visto la popolazione riminese in lieve, ma costante crescita (dal 2005 circa 12.000 residenti in più, +1.206 in media ogni anno). La nuova articolazione amministrativa non prevede più la suddivisione territoriale in Quartieri ma rimane interessante una dinamica demografica ancora riferita territorialmente alle sei ex Circoscrizioni  da cui emerge che il territorio con maggior espansione demografica rimane la circoscrizione n.5 che va da Rivabella a Torre Pedrera e comprende anche l’entroterra sino a Santa Giustina e San Vito. I nuovi comparti abitativi hanno consentito l’insediamento di numerose famiglie, così come, seppur in misura inferiore, è avvenuto nella circoscrizione 6 con i nuovo insediamenti del Villaggio I Maggio.

Sulla natalità, se si rapporta il valore semestrale a quello di fine anno 2015, che era di 622, è lecito ipotizzare un andamento in flessione. I nati nei primi sei mesi del 2016, infatti, sono 552, I bambini aventi una cittadinanza straniera sono stati 123, circa il 22% dei nati in totale. La mortalità rientra su valori più lineari, anche se leggermente tendenti al rialzo rispetto al 2015 quando il totale dei decessi ha raggiunto le 1445 unità. Sono stati 742 i decessi registrati nel primo semestre, di cui 391 le donne e 351 gli uomini. A Rimini il saldo naturale di questo primo semestre è pari a -111 (divario tra nati e morti in uno stesso periodo). Il saldo migratorio (differenza tra iscritti e cancellati per cambio di residenza) è ancora positivo con 459 unità di scarto tra coloro che si sono stabiliti a Rimini e quelli che si sono trasferiti. Gli scambi migratori denotano un sostanziale equilibrio tra trasferimenti da e per entità territoriali emiliano-romagnole aggirandosi sul 14%, mentre elevato è il differenziale tra gli arrivi e le partenze per chi viene dall’estero (26% rispetto a 12%). Chi si trasferisce da Rimini dimostra di preferire comunque un comune della nostra provincia. Nel primo semestre 2016, come già in tutto il 2015, permane rilevante l’immigrazione proveniente dall’estero con 527 soggetti stranieri, ai quali vanno aggiunti 41 italiani, confermando il trend in atto. Contestualmente, Rimini ha con i comuni vicini un intenso scambio di residenti, che dà luogo a livello provinciale ad un bilancio in perdita di 256 residenti.

E’ una componente migratoria giovane quella riferita agli stranieri, solo in parte influenzata da specifiche categorie di occupazioni (esempio tipico delle badanti) e dai ricongiungimenti familiari (genitori che raggiungono i figli già residenti nel nostro Comune). I principali gruppi stranieri iscritti in questo primo semestre sono nell’ordine: Ucraini, Rumeni ed Albanesi. Le famiglie al 30 giugno 2016 sono 65.373, quasi 300 in più rispetto all’inizio dell’anno. i nuclei familiari composti da un’unica persona sono la maggioranza (23.774) mentre 6.549 sono quelle formate da soli stranieri e 2.493 quelle “miste” (italiani e stranieri). La consistenza delle famiglie unipersonali può essere meglio valutata alla luce di un approfondito esame delle risultanze anagrafiche le quali in apparenza possono fornire indicazioni che si discostano un po’ dalla reale situazione oggettiva. Sono le coabitazioni, in particolare in quei segmenti di popolazione che per ragioni di lavoro o studio coabitano al fine di condividere solo le spese abitative e che quindi scelgono distinti regimi anagrafici. L’attenzione per ora sembra orientata maggiormente alla osservazione degli anziani che vivono soli e che stanno rappresentando un fenomeno sociale da non sottovalutare per gli aspetti assistenziali che ne derivano.

Matrimoni: con 233 matrimoni di cui 149 civili e 84 celebrati con rito religioso sembra mantenersi il trend dell’anno precedente. Infatti, se consideriamo la scarsa nuzialità del mese di Agosto e della ripresa di Settembre si vede riconferma la riduzione della nuzialità rilevata nel medio-lungo periodo. Si conferma la netta prevalenza dei matrimoni civili rispetto a quelli religiosi, come avviene già a partire dal 2010. La prevalenza della cerimonia civile è favorita sia dalla preferenza del municipio da parte delle coppie formate da celibi e nubili, sia da dinamiche oggettive legate alla significativa incidenza delle coppie miste non necessariamente di uguale cultura o religione, sia infine da sposi che, avendo alle spalle un precedente matrimonio ormai concluso, optano necessariamente per il rito civile. Nella tabella riepilogativa sono stati considerati esclusivamente i matrimoni in cui lo sposo o la sposa erano residenti a Rimini, a prescindere dal luogo di celebrazione.

“Introduciamo la novità del report semestrale- è il commento dell’amministrazione comunale di Rimini- proprio per collegare sempre più l’elemento statistico con l’evoluzione della città e gli interventi necessari a incrementare la qualità del vivere di residenti e ospiti. Questi numeri confermano in parte trend nazionali e sottolineano aspetti più locali, mettendo in evidenza una Rimini capace di garantire livelli di condivisione, di coabitazione, di servizi comunque buoni. La questione principale, messa in rilievo dal report di metà anno, è ancora quella delle nascite: un tema che non si esaurisce con una campagna di comunicazione ma che chiama in causa tutta la società italiana, passando per quello che non può che essere la necessità di un incremento di opportunità e migliori condizioni in ogni settore della vita pubblica e privata”.

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