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Cronaca

Danni da lupo, l'assessore Caselli: "La Regione rimborsa il 100% delle domande"

E' quanto afferma l'assessore regionale all'agricoltura Simona Caselli in risposta alle polemiche di questi giorni.

“L’impegno della Regione per il rimborso dei danni provocati dalla fauna selvatica è fuori discussione. I fatti parlano. Nel 2015 abbiamo rimborsato il 100% di tutte le domande relative ai danni provocati dalla fauna protetta, compreso il lupo. Abbiamo integralmente rimborsato anche le domande per i danni provocati dalle specie cacciabili – lepre, fagiano, cinghiale, capriolo, cervo e daino – in tutte le zone protette, mentre gli Ambiti territoriali di caccia (ATC) sono intervenuti con risorse proprie nelle zone dove è ammessa l'attività venatoria”. E' quanto afferma l’assessore regionale all’agricoltura Simona Caselli in risposta alle polemiche di questi giorni.

Per quanto riguarda in particolare la provincia di Rimini, sono stati assegnati circa 60 mila euro dal bilancio dell’assessorato regionale alla salute (che si occupa dei risarcimenti dei danni da lupo)  per 59 allevatori nel periodo 2014-2016. Si riscontra un significativo calo degli eventi nei primi mesi dall’inizio dell’anno, in conseguenza degli importanti investimenti in prevenzione realizzati.  “La nuova normativa comunitaria sugli aiuti di stato prevede per i danni da fauna selvatica un tetto di 15 mila euro in tre anni, il cosiddetto de minimis. Per i danni da specie protette come il lupo, tale limite può essere superato attraverso una notifica alla Commissione Europea delle modalità e dei beneficiari degli indennizzi. Proprio per questo abbiamo predisposto un testo di direttiva regionale attualmente sottoposta al confronto con le Organizzazioni agricole – aggiunge Caselli – che, una volta approvata dalla Commissione Ue, permetterà agli allevatori di ricevere il rimborso integrale dei danni subiti e periziati da esperti, senza il plafond di 15 mila euro imposto dal de minimis. E’ quindi un provvedimento pensato a favore del mondo agricolo.

“Infine ricordo l’impegno assunto dal presidente Bonaccini a porre in sede europea la questione della modifica dell’attuale regime degli aiuti di stato per estendere la possibilità di indennizzo, senza il limite del de minimis, oltre che per i danni da specie protette, anche per i danni provocati da qualsiasi specie di selvaggina, come il cinghiale o il capriolo, all’interno delle aree di protezione faunistica.” La Regione agisce anche sul fronte della prevenzione dei danni e per questo il Programma regionale di sviluppo rurale prevede una misura che finanzia presidi, come le recinzioni, con una disponibilità complessiva di 3 milioni di euro da erogare con due bandi, il primo dei quali in uscita nelle prossime settimane. A fronte della richiesta delle Organizzazioni professionali agricole, è previsto un ulteriore bando dell'importo di circa 200 mila euro destinato al finanziamento di “piccoli” interventi di prevenzione.

La prevenzione è fondamentale anche per contenere i danni da lupo: con un bando regionale  sono stati finanziati interventi nel 2014-2015  in 189 allevamenti e i risultati sono decisamente postivi. “Quando è fatta bene la prevenzione dà ottimi risultati – sottolinea Caselli – è ovvio però che a questi bandi bisogna partecipare”. “Non è alimentando polemiche che si risolvono i problemi e che si fa il bene dell’agricoltura – chiude Caselli – ogni provvedimento che la Regione assume in campo agricolo viene condiviso all’interno della Consulta, nella quale siedono le stesse organizzazioni agricole. E’ quella la sede migliore per confrontarsi e portare le proprie istanze e proposte”.

POMPIGNOLI - Il consigliere regionale della Lega Nord, Massimiliano Pompignoli, non ci sta a far passare il segnale che “tutto funziona bene”, nel processo di risarcimento delle imprese danneggiate dai lupi e dal resto della fauna selvatica. "Da tempo, chiediamo che vi sia un risarcimento del 100% del valore del capo perduto. In tal senso – continua Pompignoli – chiediamo alla Regione di riferire anche sui piani di intervento sperimentali, per la prevenzione degli attacchi dei lupi in Emilia-Romagna. Anche perché, le imprese agricole segnalano la necessità di tutelare il loro lavoro e le possibilità di reddito, soprattutto in aree come la Valmareccia, per fare un esempio, in cui la loro presenza evita lo spopolamento della zona".

"Ci sono, poi, altre specie che minacciano gli animali da allevamento e i ritardi segnalati nel reggiano, dove gli Atc (Ambiti territoriali di caccia) hanno ritardato l’inizio della stagione venatoria, causando disagi per chi deve lavorare i campi con la presenza di cinghiali nelle vicinanze", aggiunge. Pompignoli, un anno fa, aveva chiesto che – in un clima di riordino degli assetti istituzionali – si potesse rimettere mano a tutti gli ambiti di caccia, ma non fu ascoltato. In termini di prevenzione, l’assessore Caselli parla di "risorse a favore di recinzioni e di altri interventi", legati però al nuovo Psr (il Programma di sviluppo rurale). La cui inerzia è stata oggetto, ancora una volta, delle contestazioni della Coldiretti, che ha "chiesto di fare presto, perché i tempi di chi lavora non sono in sintonia con quelli della politica".

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