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Cronaca

Dopo 34 anni il sostituto procuratore Paolo Gengarelli lascia la Procura di Rimini

Il "magistrato dalla porta sempre aperta" è stato al centro di numerose e importanti inchieste: da Vincenzo Muccioli al caso Pantani fino alla maxi truffa dei Superbonus

"Una persona speciale per la storia della Procura di Rimini". Così la procuratrice capo, Elisabetta Melotti, ha esordito nel suo discorso per salutare il sostituto procuratore Paolo Gengarelli che dopo 34 anni ha deciso di lasciare la magistratura. "Voglio ringraziarlo - ha proseguito la procuratrice - perchè è stato insostituibile e capace di dedicarsi al suo lavoro con scrupolo e affidabilità. Averlo tra di noi era una sicurezza. Signorilità e cortesia sono le carateristiche che lo hanno sempre contraddistinto. A lui sono state affidate tante indagini delicate ma, oggi, mi voglio soffermare sull'ultima che ha voluto portare avanti con entusiasmo fino all'ultimo anche sapendo che sarebbe andato in pensione: quella della maxi truffa dei Superbonus". 

Gengarelli aveva iniziato la sua carriera in magistratura come Pretore a Porretta Terme per poi, nel 1995, approdare alla Procura di Rimini come sostituto procuratore. Nella città Romagnola aveva seguito inchieste scottanti come quella che aveva coinvolto il fondatore della Comunità di San Patrignano, Vincenzo Muccioli, nel processo per l'uccisione di Roberto Maranzano. Seguì la cosiddetta “truffa del marmo nero” che causò alle parti offese un danno complessivo di circa 60 miliardi di lire e con la collega Paola Bonetti l'indagine “Long drink” relativa ad una associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti in danno dell'erario che portò all'emissione di oltre 60 misure cautelari nei confronti di importanti imprenditori romagnoli,  veneti e della Repubblica di San Marino. Fu anche titolare della prima inchiesta sulla morte di Marco Pantani e, da ultimo, quella sulla truffa dei Superbonus che ha fatto da apripista in tutta Italia.

Tante le attestazioni di stima che, nella mattinata di mercoledì, sono state fatte al dottor Gengarelli dal personale della Procura, della polizia giudiziaria delle varie forze dell'ordine, dall'Ordine degli avvocati e dalla Camera Penale di Rimini. Definito da tutti il "pubblico ministero con la porta sempre aperta", è stata ricordata la sua straordinaria umanità e disponibilità per tutti unita alla sua preparazione giuridica che lo ha visto sempre pronto e preparato nelle aule del tribunale riminese.

"Questi anni non possono riassumersi con poche parole - ha detto un commosso Paolo Gengarelli. - Non avrei mai pensato di andarmene prima della scadenza naturale ma, in questi ultimi tempi, sono cambiate troppe cose che mi hanno fatto prendere questa decisione. Il sistema negli anni è cambiato ed è andato deteriorandosi. Anche io ho perso un po’ di stimoli. Voglio ricordare le tante persone che hanno collaborato con me e che, insieme, hanno portato a ragguardevoli risultati e che mi sono state vicine anche nei momenti difficili della malattia. Da tutti ho imparato qualcosa. Grazie alla procuratrice capo Melotti per la rara signorilità di stampo anglosassone che la contraddistingue; ai colleghi che mi hanno accompagnato in questa lunga avventura e sostituito senza fiatare durante la mia forzata attesa; ai giudici che hanno dato ampio respiro alle mie irrequietezze; al personale della polizia giudiziaria da cui ho imparato la cultura e la tecnica delle indagini e con cui ho avuto un proficuo scambio di conoscenze reciproche; ai militari della Finanza che con l’ultima indagine condivisa hanno rinverdito il mio entusiasmo giovanile; ai giornalisti dell’informazione locale per aver mantenuto degli atteggiamenti rispettosi e cordiali, di collaborazione quando il caso lo richiedeva. Vi auguro di guardare sempre orizzonti lontani mentre altri disegnano confini per limitare la vostra libertà; grazie a mia moglie Miriam per essermi stata a fianco durante questo percorso”. 

A riprova della sua signorilità e della sua umanità, in occasione dell'incontro per i saluti il dottor Gengarelli aveva "proibito" regali materiali invitando tutti i preseti a fare una donazione in favore dell’Ail di Rimini per la lotta contro i mielomi. L’ennesimo gesto di classe di un vero Signore con la toga.

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