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Cronaca

Emergenza abitativa: il comune di Rimini acquista 3 nuovi alloggi

Investimento da 278mila euro. Negli ultimi 10 anni più di 23 i milioni di euro investiti in alloggi da destinare a Erp e canone calmierato

Tre nuovi alloggi da destinare ai servizi di emergenza abitativa del Comune di Rimini sono stati acquistati nei giorni scorsi per una cifra complessiva di 278mila euro. Negli ultimi dieci anni l'impegno dedicato dal Comune di Rimini alla costruzione e acquisizione di alloggi da destinare all'emergenza abitativa è stato di più di 23 milioni di euro, tra alloggi di edilizia residenziale pubblica (erp) e dedicati al canone calmierato. Nel dettaglio zone di costruzione e numero alloggi: Via Toni 27 alloggi; Viserba 80 alloggi; Gaiofana 56 alloggi; Orsoleto 48 alloggi; Tombanuova 58 alloggi; Torre Pedrera 42 alloggi; Viserba 14 alloggi; Viserbella 89 alloggi; per un totale di 414 nuovi alloggi messi a disposizione per Erp e canone calmierato.

Complessivamente la dotazione relativa all'edilizia residenziale pubblica è di circa 1.200 alloggi; quelli dedicati al canone calmierato, con i nuovi in fase di ultimazione, supereranno quota 340. Alloggi che il Comune di Rimini continua a finanziare attraverso un mutuo di 1,2 milioni di euro all’anno. Investimenti che rappresentano la parte più strutturale dei servizi a sostegno della casa, ma non sono gli unici. Al fianco di questi sono stati potenziati altri interventi come il fondo per le morosità incolpevoli (un fondo costituito ad hoc con risorse per più di 160mila euro) e quelli legati all'emergenza del quotidiano, come ad esempio il pagamento di bollette, di utenze arretrate, di alloggi temporanei in residence che, insieme ai contributi dati all'interno dei percorsi di assistenza legati allo sportello sociale, si aggirano complessivamente sul milione di euro. Altri 700mila euro sono invece le risorse messe all'interno dell' “Agenzia sociale per la locazione”, per l’incontro della domanda e dell’offerta sul mercato privato della locazione operando, a titolo completamente gratuito, a favore di inquilini e proprietari.

Sono inoltre stati attivati intereventi più sperimentali, come l'”Housing First”, un modello alternativo di intervento basato sulla progressiva de-istituzionalizzazione delle persone che vivono in una condizione di marginalità attraverso il rapido inserimento in abitazioni autonome supportato da un intenso lavoro di accompagnamento sociale e sostegno psicologico, con un investimento economico superiore ai 200mila euro. Oppure l'appartamento “Seconda stella a destra”, dedicato alle donne partorienti in difficoltà (12 quelle ospitate nel 2014) con un supporto logistico, medico, assistenziale ed economico; i 50 appartamenti dedicati alle persone seguite dai servizi sociali e i 30 riminesi ospiti dei gruppi appartamento per persone con sofferenze di tipo psichiatrico. L’Albergo sociale ha invece permesso di dare risposta a 23 nuclei familiari (46 persone) molto diversi tra loro: dal padre separato alla madre sola con minore a carico, da nuclei composti da padre – madre e minori ad anziani soli. Il residence dei papà separati, con 8 papà ospitati per 18 mesi, ha dato loro supporto logistico e anche psicologico per uscire dall'emergenza ed aiutarli a ricostruirsi un nuovo progetto di vita autonomo.          

“Le nuove acquisizioni di alloggi per l'edilizia residenziale pubblica – è il commento di Gloria Lisi, Vicesindaco con delega alla protezione sociale – ci permettono di ampliare ulteriormente l'offerta di servizi  legati all'emergenza casa. La consapevolezza è quella che per dare risposte sempre più efficaci al problema casa si debba agire con una serie diverse di leve, da quelle strutturali come gli alloggi pubblici, a quelle più immediate, come i contributi per  le spese legate alla quotidianità, al rapporto con i privati fino alle sperimentazioni come l'housing first o il residence per i papà separati. Si tratta di investimenti corposi che in 10 anni superano abbondantemente i 23 milioni di euro. Una cifra molto importante che ha permesso di implementare notevolmente l'offerta pubblica. Siamo consapevoli che quella legata all'abitare sia un'emergenza in espansione di fronte alla quale è necessario il massimo sforzo, ma che richiede anche regole certe e applicabili, per garantire l'equo utilizzo dei beni pubblici, nel rispetto di tutti i cittadini”.

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