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Cronaca

Equità in sanità: spunti dal modello scozzese

Molti gli spunti di riflessione rispetto ai modelli di gestione dei servizi sociali e sanitari, nel convegno "Promuovere l'equità in sanità: dalla programmazione agli strumenti di valutazione"

Molti gli spunti di riflessione rispetto ai modelli di gestione dei servizi sociali e sanitari, nel convegno “Promuovere l’equità in sanità: dalla programmazione agli strumenti di valutazione”, organizzato dalle Aziende di Area Vasta Romagna (Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini) in collaborazione con l’Agenzia Sanitaria e Sociale dell’Emilia Romagna, e svoltosi ieri presso il centro Congressi SGR di Rimini. Già a partire dai saluti delle autorità.

Il presidente della Provincia Stefano Vitali ha sottolineato l’attualità dell’argomento del convegno e la necessità del miglioramento in tema di equità nei servizi non tanto sanitari quanto socio-sanitari: “C’è ancora molto da fare – ha detto il presidente – così come c’è molto da fare nella semplificazione dei percorsi socio – sanitari: ci sono situazioni in cui anche un ingegnere aeronautico farebbe fatica a capire il percorso. Dobbiamo semplificare ed evitare i doppioni, che oltre a rendere difficile la vita agli utenti, sono anche costosi”.

Altro tema toccato da Vitali, il ruolo degli Enti Locali, a partire dai Comuni: “In Emilia Romagna ci sono troppi modelli diversi di gestione dei servizi socio-sanitari: dobbiamo trovare quello che è il modello migliore, che funzioni e che porti equità, che dia aiuto, speranza e risposte alle persone semplificandone il percorso. Questa è la grande sfida: dare ciò che serve all’utente, senza farlo girare a vuoto”.

Una sfida che, ha detto Vitali, i Comuni devono accettare, non delegare: troppo facile, nonostante la crisi e il  momento difficile  – è stato il suo ragionamento – demandare tutto alle Asp “che anch'esse sono comunque a rischio di fare debito. Secondo me – ha concluso Vitali - gli Enti Locali non possono demandare le loro responsabilità, debbono bensì prendere parte ai processi, pur senza sostituirsi ai tecnici”.

Anche il vicesindaco di Rimini Gloria Lisi ha evidenziato l’importanza di creare equipe che prendano in carico il paziente a tutto tondo, con tutti i professionisti che servono all’interno del percorso per il paziente: dall'operatore socio-sanitario all’ufficio edilizia popolare. “Percorsi – ha precisato Lisi – che possano così garantire pari opportunità e anche maggiore equità per i soggetti. Su questo il modello scozzese che viene presentato in questo consesso, può dare buoni spunti di lavoro e di riflessione. Diventa di fondamentale importanza, quindi, valorizzare il ruolo di mediatori siano essi sociali, tutor o interculturali”.

Che l’equità sia un tema attuale e fondamentale l’ha sottolineato anche il Direttore Generale dell’Ausl Marcello Tonini. “In un momento come questo di risorse sempre più limitate ma di bisogni crescenti, il tema dell’equità diventa il tema per antonomasia – ha detto –, e applicarlo tutti i giorni, e con giustizia, contribuisce a lavorare in maniera libera e serena per gli operatori, oltre a fare qualcosa di giusto per l’utenza”.

I lavori sono entrati dunque subito nel clou con la relazione di James Glover, Head of Equality and Diversity, presso il sistema sanitario scozzese NHS Lothian.  Glover ha in particolare sottolineato che per ogni importante decisione della struttura, viene fatta una valutazione del relativo impatto, dal punto di vista dell’equità. Tale valutazione viene svolta da una commissione all’interno della quale vengono rappresentati i servizi stessi, ma anche le principali categorie coinvolte, i territori coi relativi enti locali e stackholeder, gli operatori, nonché un facilitatore, ruolo strategico per il quale occorre un’apposita formazione. Da tale analisi d’impatto emergeranno azioni e buone pratiche, mirate all’equità, che potranno essere messe in atto minimizzando gli aspetti sfavorevoli e valorizzando quelli favorevoli di ogni singola politica. Molto importante sarà poi effettuare un monitoraggio a posteriori delle politiche intraprese in seguito alla valutazioni d’impatto, per vedere se le previsioni erano corrette o meno.

E’ seguita la carrellata delle esperienze locali dei board dell’equità (i cui membri, nel pomeriggio, hanno svolto laboratori a tema con Glover e con la referente dell’Osservatorio Regionale Equità e Diversity Management Barbara Calderone): Mirco Tamagnini (Direttore del Distretto di Rimini), ha illustrato i rapporti di collaborazione tra le quattro Aziende sul tema dell’equità, annunciando che a Rimini si svolgeranno altri due importanti eventi sul tema.

Romana Bacchi (Direttore del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Forlì) ha spiegato come il piano per l’equità dell’Ausl forlivese sia stato costruito in controluce al piano di rientro, di quell’Ausl, rispetto ai debiti di bilancio, e come da una prima mappatura delle situazioni emerga che sull’equità rispetto alla diversità vi sia ancora molta strada da fare. Mauro Palazzi (Direttore dell’Unità Operativa Epidemiologia e Comunicazione dell’Ausl di Cesena) ha illustrato i profili di equità e, a mo’ di esempio, il progetto messo in atto a Cesena per promuovere gli screening oncologici tra le donne immigrate, dopo aver verificato che mancava equità rispetto a questo aspetto.

Sonia Cicero e Marcella Fanelli (rispettivamente Coordinatrice delle Attività Socio – Sanitarie e Responsabile del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’Ausl di Ravenna), hanno declinato il tema dell’equità all’intero del processo di accreditamento delle strutture. A seguire il dibattito con Glover, presieduto dalla responsabile dell’Area Comunità, equità e partecipazione dell’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale, Maria Augusta Nicoli.

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