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Cronaca

Palloncini bianchi e rosa salutano Daya, il vescovo: "Non siamo soli"

Alla celebrazione del rito funebre nella cattedrale cittadina erano presenti oltre alle istituzioni cittadine anche il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli

Una folla commossa ha salutato  Williams Arlotti e Dayana, padre e figlia di 37 e 5 anni morti nel naufragio della Costa Concordia. Alla celebrazione del rito funebre nella cattedrale cittadina erano presenti oltre alle istituzioni cittadine anche il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli.  Di fronte a tragedie come quella accaduta il 13 gennaio scorso davanti all'isola del Giglio, "non siamo soli", ha affermato il vescovo di Rimini, monsignor Francesco Lambiasi, durante l'omelia.

"Questa è la verità - ha sottolineato nella riflessione intitolata proprio 'Non siamo soli' -: appesi alla croce della violenza e della debolezza; crocifissi con i chiodi della malattia, del fallimento, dell'errore e dell'inganno; nell'agonia della speranza e nel tradimento dell'amore, nella paura di dover imboccare il tunnel buio della morte, non siamo soli. Gesù non ha ceduto al ricatto dei suoi crocifissori, ha rinunciato a salvare se stesso, non è sceso dalla croce". Proseguendo nella sua omelia, monsignor Lambiasi ha poi sottolineato che "il Crocifisso Risorto prende su di sé il velo del silenzio gravido di interrogativi che ci pesano sul cuore, lo squarcia da cima a fondo, facendo risuonare la rassicurante inimmaginabile promessa: oggi sarai con Me nel Paradiso".

Il vescovo ha sottolineato come, in questo momento, "é l'ora del buio, è l'ora del pianto, è l'ora del grido". Rivolgendosi alla madre della piccola Dayana e ai familiari del papà Williams e ai tanti riminesi accorsi in Duomo per il funerale, monsignor Lambiasi, non ha nascosto le difficoltà di questo momento. In particolare, il vescovo ha ricordato che "mentre accarezziamo con gli occhi del cuore le bare di Dayana e del suo babbo, proviamo brividi di tenerezza nei confronti dei loro cari. Eppure le possibili parole di umano conforto, risultando a noi stessi puramente palliative, si spengono in gola e le labbra ci rimangono sigillate in un silenzio sgomento e impotente. Così - ha proseguito - ci ritroviamo smarriti e confusi, come dei mendicanti che si scoprono senza neanche un minimo spicciolo di forza per riprendere il cammino. Come dei nomadi rimasti intrappolati nei labirinti dei perché più tragici e sempre troppo grandi per noi umani".

Lambiasi ha chiuso la sua omelia con una invocazione a Maria, chiedendole di darsi "da fare": "Custodisci il tenero germoglio della piccola Dayana e faccelo ritrovare sbocciato come un candido fiore nell'eterna primavera - ha concluso - quando Dio tergerà ogni lacrima dai nostri occhi e non vi sarà più la morte, né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate. Ecco, ne sono nate di nuove". All'uscita dei feretri, sul sagrato del duomo di Rimini sono volati in cielo tanti palloncini a forma di cuore, bianchi e rosa, e alcuni dorati a forma di lettere a comporre il nome Dayana.

I palloncini erano legati ad una piccola giostra rosa preparata dall'asilo, 'La Giostra' appunto, frequentato a Rivabella dalla piccola. Al termine del funerale, celebrato dal vescovo di Rimini, mons.Francesco Lambiasi, Cristina, una mamma dei bimbi dell'asilo ha letto davanti all'altare una lettera preparata dai bambini presenti in duomo vicino ad un grande disegno colorato. "Siamo i tuoi compagni di scuola - è l'inizio della lettera - non c'é giorno che noi non ti ricordiamo. Lo sappiamo che sei in paradiso e ti stai divertendo tanto. Ti chiediamo di aiutare la tua mamma" a sopportare le difficoltà,"stalle sempre vicino e non ti dimenticare di noi, sei il nostro angelo custode". Williams Arlotti e Dayana riposeranno nel cimitero di Rimini l'uno accanto all'altra.
 

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