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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Furti di farmaci antitumorali negli ospedali, catturata la banda di malviventi

Nel mirino dei ladri erano finiti anche gli ospedali di Rimini e Riccione dove erano sparite medicine per 72mila euro

E' stato disarticolato dai carabinieri di Ferrara un maxi traffico di farmaci antitumorali rubati in Italia e reimmessi sul mercato estero. Il blitz, che ha portato all'esecuzione di 17 ordinanze di custodia cautelare (16 in carcere e 1 ai domiciliari), è partito Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna e gli arrestati, tutti originari della Campania, dovranno rispondere di furto aggravato, associazione a delinquere, ricettazione, appartenenza ad associazione camorristica e, in base all'articolo 433, ovvero commercio o somministrazione di medicinali guasti o imperfetti. L’operazione conclude un’indagine, avviata nel 2014 e supportata da attività tecnica e da riscontri investigativi sul campo, che ha permesso di documentare la sussistenza di una associazione a delinquere specializzata nel furto di medicinali (in gran parte selezionati tra quelli a costo elevato e destinati al trattamento di patologie oncologiche e croniche) presso farmacie ospedaliere  del centro\nord Italia e nella successiva reimmissione sul mercato nazionale ed europeo. Anche gli ospedali di Rimini e Riccione, il 10 marzo del 2014, subìrono la visita dei soliti ignoti che svaligiariono la farmacia impossessandosi di medicine per un totale di 72mila euro.

Al momento sono stati scoperti e contestati 13 furti in farmacie ospedaliere, 7 furti di natura diversa (per esempio di medicinali per animali custoditi in una cassaforte all’interno della ASL di Bologna, via Toscana). Sono ancora in corso perquisizioni presso farmacie che potrebbero essere coinvolte nel traffico illecito di farmaci di categoria A e C, ovvero a carico del paziente o del Servizo Sanitario Nazionale. Per quanto riguarda i farmacia di fascia H, anti-tumorali totalmente a carico del Sistema Sanitario Nazionale, quindi utilizzabili solo dagli ospedali, che li somministrano gratuitamente ai malati, questi venivano 'esportati'. Vicini al clan camorristico dei Licciardiello di Secondigliano, i ladri per poter 'lavorare' in tranquillità versavano 10mila euro al mese e 50mila euro una-tantum. L’organizzazione non si limitava al furto e allo stoccaggio dei farmaci, ma anche della reimmissione in commercio dei farmaci rubati, tendenzialmente di fascia H che  negli altri Paesi europei, possono essere venduti anche dalle farmacie. Allo scopo era stata costituita una articolata organizzazione di aziende in Europa dell’Est. 
 

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