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Cronaca Viserba / Via Sacramora

Furti di rame, il covo della banda era un capannone nella zona nord di Rimini

Otto uomini, tra italiani e rom, denunciati dalla polizia di Stato di Pesaro per una serie di colpi messi a segno tra le Marche, San Marino e Rimini

Il loro obiettivo preferito era il rame ma, i componenti della banda arrestati dalla polizia di Stato di Pesaro, non disdegnavano anche l'alluminio. A finire denunciati sono stati otto uomini fra campani, milanesi e giovani di etnia rom che, nell'autunno del 2014, riuscirono anche a mettere le mani su un camion carico di alluminio nel pesarese. Il colpo, tuttavia, avvenne sotto gli occhi elettronici delle telecamere di sorveglianza e, grazie alle immagini, gli inquirenti marchigiani sono risaliti a una vettura e, dalla sua targa, al gruppo di malviventi. 

La banda era specializzata anche in furti di marchi brevettati per la realizzazione di elettrodi in rame. La Squadra mobile di Pesaro, insieme a quella di Rimini e alla Gendarmeria di San Marino, ha sgominato la gang, la cui base d'appoggio era in un capannone di Rimini, in zona Sacramora. Qui tre degli indagati sono stati sorpresi a estrapolare rame dai fili, per poterlo rivendere al prezzo di 7 euro al quintale. Dai primi tre gli investigatori sono velocemente risaliti agli altri cinque responsabili del colpi.

Nel capannone riminese gli agenti hanno sequestrato 24 quintali di rame, e altro materiale in bronzo e ottone per circa altri 20 quintali. Il materiale era in gran parte frutto di due furti, compiuti in altrettante imprese della Repubblica di San Marino. In particolare la banda aveva sottratto ad una delle due aziende elettrodi di rame e graffite da stampi per la produzione di componenti in plastica, un brevetto esclusivo della ditta.

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