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Cronaca Poggio Berni

Fusioni, Torriana e Poggio Berni: sono i "promessi sposi"

I processi aggregativi tra piccoli comuni fanno capolino anche in val Marecchia. Sono in questo caso i due comuni di Torriana e Poggio Berni i "futuri sposi". I due Comuni, infatti, hanno avviato uno studio di fattibilità

I processi aggregativi tra piccoli comuni fanno capolino anche in val Marecchia. Sono in questo caso i due comuni di Torriana e Poggio Berni i “futuri sposi”. I due Comuni, infatti, hanno avviato uno studio di fattibilità per unire le forze, alla luce della norma che impone per i piccoli Comuni sotto i tremila abitanti di delegare ad unioni o comunità montane le loro funzioni. I due comuni messi assieme arrivano a circa 5.000 abitanti e possono fungere da polo aggregativo di ulteriori municipi.

Non piace, però, la proposta a Marco Lombardi, consigliere Regionale PDL: “Nello stigmatizzare il comportamento delle Amministrazioni comunali di Poggio Berni e Torriana, che su un processo così importante come una fusione di Comuni, solo all’ultimo secondo hanno informato le minoranze delle loro intenzioni, vorrei intervenire nel dibattito precisando alcune questioni di fondo. La fusione tra due o più Comuni deve sempre essere una questione lasciata alla libera scelta dei cittadini interessati, perché riguarda tradizioni, identità e servizi che li coinvolgono direttamente e proprio per questo tutta la procedura è soggetta ad un referendum popolare”.

“La Legge Regionale in tema di fusioni - afferma Lombardi - prevede o l'iniziativa popolare o la richiesta alla Giunta regionale proveniente dai Consigli Comunali per predisporre il progetto di legge di fusione. Sbaglierebbe quindi chi pensasse che la Regione spinge o peggio impone una fusione e quindi va immediatamente chiarito che ogni fusione può avvenire solo per iniziativa diretta dei cittadini o dei Consigli Comunali. In primo luogo va chiarito che, al di la delle pur valide ragioni identitarie e di campanile, non secondarie in questi casi, i cittadini non dovranno subire alcun danno dalla fusione nel senso che, rimanendo il presidio dei municipi dei Comuni soggetti a fusioni, questi rimarranno i terminali ultimi a cui i cittadini dovranno rivolgersi. È tutto ciò che sta dietro lo "sportello" che dovrà essere razionalizzato centralizzato e reso più economico dal punto di vista della spesa pubblica”.

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