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Cronaca

Rimini nel giorno del ricordo: deposta una corona alla "Biblioteca di Pietra"

E’ stata Monica Paliaga, a nome di tutte le associazioni degli esuli, ad aprire gli interventi che hanno preceduto la deposizione vera e propria a cui, oltre al sindaco di Rimini Andrea Gnassi, hanno partecipato tra gli altri il prefetto Claudio Palomba

Con la deposizione delle corone d’alloro alla “Biblioteca di Pietra”, il monumento inaugurato proprio lo scorso anno sul porto dedicato alle vittime del Confine Orientale, si sono concluse le celebrazioni del Giorno del Ricordo, la solennità civile istituita dal Parlamento in memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata. E’ stata Monica Paliaga, a nome di tutte le associazioni degli esuli, ad aprire gli interventi che hanno preceduto la deposizione vera e propria a cui, oltre al sindaco di Rimini Andrea Gnassi, hanno partecipato il prefetto Claudio Palomba, le autorità civili e militari, i rappresentanti delle associazione degli esuli e, in rappresentanza di tutti gli studenti riminesi, i ragazzi della quinta C del Marco Polo, accompagnati dalla professoressa Benedetta Magnani, che hanno dato lettura di alcuni brani tratti dai testi di autori istriano - dalmati - giuliani, frutto del lavoro di ricerca e approfondimento su cui si sono impegnati negli ultimi tre anni.

Presente anche il sindaco di Santarcangelo Alice Parma che con la sua presenza ha voluto manifestare l’adesione della propria comunità ai valori del momento celebrativo. Dopo Monica Paliaga, il sindaco Gnassi che ha ricordato i primi passi del percorso che ha portato il Comune di Rimini, le associazioni degli esuli e l’Istituto storico della Resistenza e dell’Italia contemporanea a pensare e poi realizzare la “Biblioteca di pietra”. Una biblioteca dovuta all’estro di un artista riminese nato a Fiume come Vittorio D’Augusta che, composta da trenta opere letterarie il cui titolo e autore è ora inciso su targhe in ottone posizionate sui grandi blocchi di pietra del nuovo molo proprio in pietra d’Istria, è aperta da un leggio musicale che si protende verso il mare, per sottolineare con la semplicità e la leggerezza il rispetto dei luoghi. “Un gesto non banale o dovuto – ha detto Gnassi - ma solo necessario per sconfiggere, attraverso i libri e la cultura, il buio di quei terribili momenti, non dimenticando il passato per guardare, con uno sguardo aperto verso l’altra sponda dell’Adriatico, il futuro.”

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