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Cronaca

Gli stagionali alzano la voce: "No al lavoro nero e a ore fuori busta, ci stanno spremendo"

Un gruppo di lavoratori ha manifestato davanti alla Prefettura per chiedere diritti e dignità

Un gruppo di lavoratori stagionali del territorio di Rimini, che aderiscono alla campagna “Mai più sfruttamento stagionale” con adesioni e coordinamento a livello nazionale, ha protestato lunedì a Rimini, come in tante altre città italiane, per rivendicare i loro diritti. I manifestanti si sono presentati davanti alla Prefettura con tanto di cartelli e striscioni per far sentire la loro voce dove si poteva leggere: "Di bonus non si campa"; "No al lavoro nero, sì al lavoro vero".

I punti fondamentali della campagna sono il riconoscimento di stagionalità per tutti con un unico CCNL per gli stagionali dell’indotto turistico; 600 euro per tutti e Naspi al 100% prolungata per un anno; integrazione al reddito per tutti; no alla flessibilità; diritto alla salute di chi lavora; stop al sotto-inquadramento e no al lavoro nero e ore fuori busta; un salario minimo fissato a 9 euro all’ora.

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“In un Paese dove i diritti annegano il salvagente è stato lanciato – spiegano i manifestanti -. Le possibilità di non naufragare ci sono e possono sono concrete, è possibile cambiare le sorti di questa navigazione. Possiamo continuare a galleggiare, provando a boccheggiare fino al prossimo bonus, fino alle prossime briciole (per chi le riceverà). Possiamo provare a sperare in un lavoro stagionale anche quest’anno, ben sapendo che ancora di più saremo spremuti, visto che la crisi picchia duro e quindi il sovraccarico di lavoro è ancora di più la regola e il sotto organico sarà ulteriormente più incisivo degli scorsi anni”.

Continua il gruppo: “Oppure possiamo salvarci, cambiare la rotta, navigare verso mari mai esplorati, acque amiche agitate dalle mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del turismo, un indotto che crea una ricchezza enorme in questo Paese ma restituisce miseria a chi ne è la colonna portante. Da perdere abbiamo sempre meno, da tenersi stretto ormai quasi nulla se non la speranza che dall’alto arrivi qualcosa. Sapendo bene, visto che siamo marinai ormai navigati da esistenze dure, che ciò non accadrà se non lo pretenderemo. Quindi non vogliamo più indugiare, abbiamo lanciato in acqua le scialuppe e ci apprestiamo a raccogliere la sfida. Perché dalle scogliere della Marina di Massa, alla lunghissima lingua di terra che unisce il litorale romagnolo a quello marchigiano, fino ad arrivare alla vasta costa siciliana, quella calabra o del golfo di Napoli i paesaggi possono cambiare ma le condizioni delle nostre vite, le nostre necessità e la nostra determinazione sono la stessa cosa. E’ così che che oggi nasce il Comitato nazionale stagionali in lotta, dal Sud al Nord di questo Paese, perché nessuno si salva da solo, ma solo organizzandosi unite e unite potremo vincere”.

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