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Cronaca

Grassi: "Impossibile proseguire la stagione, la Lega ne prenda atto"

Il patron del Rimini Calcio in vista della riunione: "Utilizziamo questi mesi per una riforma di sistema"

L'attesa è finita. Venerdì alle ore 11, rigorosamente in "call conference", andrà in scena l'annunciata assemblea di Lega convocata per fare il punto, come da ordine del giorno, "sullo stato dell’emergenza Covid-19, sulla stagione in corso e le azioni da intraprendere, su cosa fare del campionato 2019-2020 e il problema dei sacrifici e quindi i contratti dei calciatori".

Presidente Grassi, cosa si aspetta dall'appuntamento in programma domattina?
"Premesso come al momento la cosa prioritaria sia la tutela della salute, da questa assemblea mi aspetto che la Lega tenga conto dell'impossibilità di proseguire la stagione. Per noi sarebbe soltanto un ulteriore bagno di sangue visto quello che stiamo sopportando e tenuto conto della situazione che stanno vivendo le tante aziende che sono dietro alle società di calcio".

Eppure, dopo il nuovo decreto che ieri ha prorogato le misure anti-Covid-19 sino al prossimo 13 aprile, da alcune parti si è ipotizzata una possibile ripresa entro la fine di maggio/inizio giugno al fine di cercare di portare a termine i campionati. Cosa ne pensa?
"Credo stiamo parlando di parole scritte sull'acqua. Lo scenario cambia di continuo, le decisioni prese sono di breve durata perchè nessuno è in grado di sapere cosa accadrà di qui a poco. Più realisticamente penso i tempi saranno ben più lunghi di quanto si possa ipotizzare al momento e che prima di poter riprendere a giocare sarà necessario tornare a una parvenza di vita normale a tutti i livelli. Ritenere che il solo mondo del calcio possa riprendere quando tutte le altre attività del Paese sono ferme è pura utopia".

Il tempo stringe, occorre prendere delle decisioni.
"Il problema è che chi di dovere, dal ministero dello Sport a cascata sino alla Lega, non ha il coraggio di prenderne. E di questo qualcuno dovrà assumersi la responsabilità. Hanno gli strumenti e il potere di decidere, però devono farlo. In un senso o nell'altro, ma devono decidere perchè nel frattempo la situazione si sta deteriorando sempre più. Non ci si può allenare per ovvi motivi e non ci saranno le condizioni per ripartire perchè non è pensabile, oltre naturalmente al fatto che sarebbe triste giocare senza il calore dei tifosi presenti sugli spalti, 'vendere' un prodotto a porte chiuse. Per tutti questi motivi l'ipotesi di proseguire è inverosimile, però nessuno ha il coraggio di affermarlo".  

Quale il possibile scenario nell'immediato?
"In questa situazione occorre cessare le ostilità, salvaguardando il più possibile i redditi per i calciatori e tutti coloro che nelle società di calcio lavorano. Poi via allla riorganizzazione in vista della prossima stagione, ripartendo da basi solide e dal principio della sostenibilità che sino a ora, almeno per quanto riguarda la Serie C, non c'è stato. Noi, come società, abbiamo espresso le nostre esigenze, ora aspettiamo i vertici del calcio  propongano le soluzioni che valuteremo insieme. Questi due mesi dovranno servire per scrivere le nuove regole, se non sapremo esattamente quali saranno credo al prossimo campionato non si iscriverà nessuno".

Regole e riforme che, come ha auspicato più volte nelle scorse settimane, dovranno essere strutturali e condivise.
"Ognuno di noi ha una propria proposta ma non ritengo le nuove regole possano scaturire da volontà o riflessioni personali, dovrà essere necessariamente una riforma di sistema. Una riforma alla quale non può lavorare una persona sola, o pochi soggetti, va fatta dal sistema nel suo complesso. La grande industria del calcio, dai professionisti milionari a chi gioca in Terza categoria per pura passione, senza dimenticare il mondo giovanile. Il calcio milionario non esisterebbe se non ci fossero i bambini che nel proprio quartiere trovano le società che si prendono cura di loro e ne coltivano la passione. Alla scrittura della nuova costituzione del calcio dovranno concorrere tutti i soggetti e le realtà che fanno parte del nostro mondo".

La cosa certa, al di là delle soluzioni proposte, è che i problemi dell'insostenibilità del sistema e della necessità di riforme strutturali sono ormai condivisi da tutti. In questo senso si ritiene un precursore?
"Ho sollevato tali tematiche in tempi non sospetti. Nell'unico intervento che ho fatto in Lega, nella riunione del novembre 2018 quando venne eletto il presidente Ghirelli, dunque dopo pochi mesi di Serie C però sufficienti per toccare con mano le numerose difficoltà a carico delle società, conclusi affermando che dal nuovo corso mi aspettavo i fatti e non le consuete parole. Purtroppo c'è voluto questo virus per capire l'attualità di questi argomenti, per comprendere quanto abbiamo bisogno di fatti perchè, ahinoi, siamo ancora lì con i presidenti che si dissanguano all'interno di un sistema che, come quello attuale, appunto non è più sostenibile".

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