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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

A Rimini un cinema riservato per i piccoli pazienti oncoematologici

L’iniziativa (cui ha collaborato la dottoressa Samantha Nucci, psicologa di sostegno al servizio) rientra nel più ampio progetto di umanizzazione delle cure degli Ospedali

Un bimbo affetto da patologie oncoematologiche deve vivere in un ambiente protetto anche quando è fuori dall’ospedale, perché deve limitare al massimo il contatto con microbi. Anche quelle che per gli altri bimbi sono normali passatempi, come ad esempio andare al cinema, per lui non sono possibili. L’esempio del cinema non è casuale poiché, grazie alla sensibilità del “Gruppo Giometti”, che gestisce tra l’altro le sale di proiezione al Centro Commerciale “Le Befane” di Rimini, un gruppo di piccoli pazienti seguiti dal servizio di Oncoematologia Pediatrica (diretto dalla dottoressa Roberta Pericoli) nell’ambito dell’Unità Operativa di Pediatria (diretta dalla dottoressa Gina Ancora) avranno la possibilità, nel pomeriggio di mercoledì prossimo, di andare a vedere un film per ragazzi.

Il “Gruppo Giometti” infatti, metterà a disposizione una sala e una proiezione riservate per loro; i ragazzi, una decina, accompagnati dai loro famigliari e da operatori sanitari (ma tutti dovranno essere rigorosamente sani, neanche un raffreddore) avranno anche un accesso riservato. Solo a queste condizioni infatti potranno andare al cinema in sicurezza. E d’altra parte, l’iniziativa sarà importante anche per le famiglie dei piccoli pazienti, a partire dai fratellini sani, che hanno a loro volta la vita condizionata dalla malattia del loro congiunto.

Anche il film prescelto, “Big Hero VI”, che parla di vicende sanitarie in una chiave accessibile ai bambini, non è stato scelto a caso. L’iniziativa (cui ha collaborato la dottoressa Samantha Nucci, psicologa di sostegno al servizio) rientra nel più ampio progetto di umanizzazione delle cure degli Ospedali, con particolare riferimento ai pazienti pediatrici, nel tentativo di far viver loro una vita il più possibile simile a quella dei loro coetanei, al di là della malattia. In tale progetto rientrano anche corsi scolastici svolti in corsia grazie alla collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale.

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