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Cronaca

I marinai di salvataggio vogliono salire in torretta

I sindacati contrari alla proposta di ridurre il numero e il periodo di lavoro: "un danno per il reddito dei marinai di salvataggio e per la sicurezza"

L’assemblea dei marinai di Salvataggio della provincia di Rimini, riunitasi unitariamente in videoconferenza nella giornata di lunedì, chiede che il servizio di salvatamento venga garantito attraverso il lavoro dei marinai professionisti mantenendo la durata del periodo di salvamento e le modalità dell’ordinanza balneare in vigore. "Qualsiasi opzione tesa a ridurre il periodo di salvamento - spiegano in una nota stampa i sindacati - sarebbe a esclusivo danno del reddito dei marinai di salvataggio e della sicurezza. Non esistono spiagge sicure senza servizio pubblico essenziale di salvataggio, non è possibile ridurre il salvamento in rapporto agli afflussi di bagnanti senza compromettere irrimediabilmente i livelli di sicurezza. I lavoratori stagionali balneari, in tanti già pesantemente penalizzati dai meccanismi dei bonus governativi, ribadiscono l’esigenza che la ricchezza prodotta dal turismo balneare sia adeguatamente redistribuita attraverso un periodo di assunzione coerente con l’avvio della stagione balneare. I marinai di salvataggio, ad oggi ancora senza prospettive di contratto di lavoro, svolgono un servizio pubblico essenziale indispensabile atto a garantire diritti costituzionali ed il loro lavoro non è sostituibile. Il nuovo modello turistico non può che partire dal massimo livello di qualità e sicurezza per lavoro e turismo".
 

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