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Cronaca Riccione

L'idea dell'architetto che ha conquistato Londra, trasformare piazza dell'Unità in una Market Square

Progetto di Marco Vanucci, architetto riccionese che vive a lavora a Londra: "Riccione può tornare a risplendere puntando su se stessa. E l’architettura può giocare un ruolo chiave per ripensare la città"

La proposta arriva da Londra. Ed è a firma di Marco Vanucci, architetto riccionese che da oltre 20 anni vive nella City dove ha studiato e si è formato lavorando presso alcuni dei più rinomati studi di architettura del mondo. L’idea è quella di una rigenerazione urbana per piazza dell’Unità, già soprannominata la “piazza del mercato”, un luogo nevralgico e allo stesso tempo irrisolto del tessuto urbano Riccionese. “Il mercato della città rappresenta lo spazio delle relazioni e dello scambio, un luogo che, adattandosi e trasformandolo nel tempo, costituisce il cuore pulsante dei rapporti sociali e commerciali della città.  Sono proprio i mercati ad aver fatto la fortuna delle città storiche italiane – è l’introduzione dell’architetto Vanucci -, il mercato di Rialto a Venezia si sviluppò, già dal 1097, integrandosi col tessuto urbano come polo per il commercio locale ed internazionale grazie ai fondaci e allo sviluppo, nel 500, delle Fabbriche Vecchie e Nuove. Il Mercato di Mezzo a Bologna, di origine medievale e primo mercato coperto, ha recentemente riaperto le porte ai prodotti dell’eccellenza enogastronomica emiliana. I mercati ottocenteschi di Firenze (San Lorenzo e Sant’Ambrogio), progettati in ferro e vetro sull’esempio delle Halle parigine, hanno operato una sintesi tra nuova tipologia edilizia, esigenze commerciali e, appunto, città storica”.

Il mercato come un'Agorà

Lungo la costa adriatica, il mercato ittico di Civitanova Marche, di recente costituzione e a due passi dalla stazione, è un efficace esempio di come i mercati locali di piccole dimensioni possano servire come elementi di rigenerazione urbana e di promozione di prodotti autoctoni. “O ancora il Mercato Coperto di Ravenna, la cui struttura, recentemente ristrutturata, risale al 1254, e si presenta oggi come un luogo di incontro, conoscenza ed acquisto, tra la stazione ferroviaria e il Mausoleo di Galla Placidia – prosegue l’architetto -.  In Francia, non c’è città che non abbia il suo mercato coperto dove si vendono e si possono assaggiare i prodotti della tradizione: strutture ed economie a “km 0” che non si sostituiscono alla grande distribuzione ma che accorciano le catene di fornitura ed ampliano l’offerta di prodotto. Non serve la pandemia da Covid per capire che il futuro delle nostre città passa anche attraverso un più saldo legame col territorio”.

L'idea di un mercato multifunzionale

Da qui la proposta per la sua Riccione: “Si può realizzare un luogo perfetto per pensare un rilancio della città e delle sue ambizioni. L’idea è molto semplice: una grande copertura tecnologica e multifunzionale al centro della piazza, un edificio senza facciate, in grado di riparare dagli agenti atmosferici e fornire un quinta per eventi e spettacoli: un luogo per ospitare il meglio della produzione agricola, enogastronomica e artigianale. Un mercato coperto che faccia da ponte tra la riviera e l’entroterra, tra l’intrattenimento turistico e le eccellenze del territorio: un luogo dove sviluppare eventi culinari, servire street food, e attorno a cui far nascere attività commerciali (bar, ristoranti, etc), o, più spontaneamente, promuovere la musica dal vivo, incontri letterari, cultura e spettacoli. Un luogo all’interno del quale i “banchi” siano messi a disposizione dei produttori locali e dei consorzi agroalimentari per dare la possibilità alle piccole ma eccellenti aziende del territorio (la grande tradizione ortofrutticola ma anche vino, olio, carne, pesce, etc) di esporre le loro merci. Un luogo dove valorizzare il prodotto fresco ma anche l’artigianato locale. La vicinanza alla stazione dei treni potrebbe inoltre favorire il facile accesso dei visitatori non residenti e le aziende del circondario”.

In conclusione l’architetto aggiunge: “Riccione può tornare a risplendere puntando su se stessa. In questo senso, l’architettura può e deve giocare un ruolo chiave per ripensare la città e il suo futuro: non appena disegnando lo spazio urbano o lavorando sul branding ma, anche e soprattutto, proponendo idee che sappiano dare forma all’organizzazione della vita sociale, culturale ed economica di una comunità”.

Chi è Marco Vanucci

Marco Vanucci oggi dirige lo studio Opensystems Architecture, che ha fondato oltre dieci anni fa, e insegna progettazione architettonica e urbana presso la London South Bank University dove sviluppa una ricerca focalizzata allo studio dell’evoluzione della città e sul rapporto tra nuove tipologie urbane e automazione. Nel 2020, ha fondato, con Manuel Orazi, il think tank Adriatica (www.aadriatica.eu) per lo studio dell’evoluzione storica, il presente e il futuro della città adriatica.

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