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Cronaca

In prima fila contro l'omofobia, in tanti a manifestare solidarietà

Marco Tonti, Presidente Arcigay "Alan Turing" Rimini: "Una grande partecipazione di persone per l'aiuto cuoco costretto ad avere rapporti con una lucciola per dimostrare la sua eterosessualità".

Sono state una cinquantina le persone che hanno manifestato nel pomeriggio di domenica a Rimini  in solidarietà all'aiuto-cuoco 39enne costretto dal proprio datore di lavoro (secondo la sua denuncia sporta ai carabinieri) a far sesso con una prostituta per dimostrare di non essere omosessuale. Sempre secondo il suo racconto, se non avesse accettato questa condizione sarebbe stato licenziato. All'iniziativa, promossa in piazza Cavour dall'Arcigay, hanno aderito l'assessore regionale Emma Petitti e la consigliera regionale Nadia Rossi, oltre a rappresentanti di Cgil e Uil e altre associazioni del territorio. Il diretto interessato non era presente alla manifestazione, per la quale si è però detto "commosso"

All'indomani della manifestazione, è arrivata una nota dell'Arcigay riminese per sottolineare la "pacifica solidarietà e l'impegno per sostenere chi oltre ai comuni problemi della vita deve anche affrontare ridicolizzazioni, disprezzo e mancanza di riconoscimento, di diritti e di tutele". "La manifestazione di ieri - spiega Marco Tonti, Presidente Arcigay "Alan Turing" Rimini - ha visto una grande partecipazione di persone. Le foto hanno ritratto più di 50 persone intorno allo striscione "Rimini contro l'omofobia", ma ce n'erano altrettante dietro ai fotografi all'inizio della manifestazione, e poi se ne sono aggiunte ancora altri fino ad avere in certi momenti oltre i 200 partecipanti, come si può cogliere anche dalle immagini trasmesse sul TG3 regionale di oggi. L'aria che si è respirata è stata proprio quella giusta, di vicinanza e di pacifica solidarietà, di impegno per sostenere chi oltre ai comuni problemi della vita deve anche affrontare ridicolizzazioni, disprezzo e mancanza di riconoscimento, di diritti e di tutele. La persona protagonista della grottesca vicenda (in un messaggio letto durante la manifestazione) ringrazia per l'affetto e la solidarietà dimostrato dalla piazza, e si augura di essere appoggiato anche materialmente dai ristoratori riminesi con l'offerta di un lavoro. Una
richiesta alla quale ci associamo e rilanciamo con convinzione soprattutto per compensare un'ingiustizia ma anche per ripristinare l'immagine della nostra città, una città turistica, che è uscita gravemente lesa da questi vergognosi eventi.

Le persone presenti ieri hanno compreso che è anche loro compito colmare il terribile vuoto istituzionale sui temi dell'omofobia e del riconoscimento dei diritti, facendosi "scudi umani" per le persone umiliate, diventando "partigiani per la libertà dall'omofobia" che combattono ogni giorno contro il propagarsi di questa misera cultura. Nei bar, nelle scuole, nelle chiese, per strada, sul lavoro, continuamente siamo sottoposti a piccole e grandi umiliazioni. Ogni persona civile deve incominciare a dire "basta", ognuno deve dire: "in mia presenza non approvo discorsi di questo tipo". Solo così si potrà
spezzare l'odiosa catena dell'omo-transfobia. I rappresentanti delle istituzioni regionali presenti ieri hanno manifestato l'interesse a discutere una legge che contrasti i fenomeni omo-transfobici, e la vicinanza del comune di Rimini e di Santarcangelo ci dimostra che, seppure a macchia di leopardo, le istituzioni locali intendono fare la loro parte in questa lotta. Questo è particolarmente importante dopo che Maroni, governatore della Lombardia, ha definito "quattro pirla" le migliaia di manifestanti contro il convegno omofobo cui partecipava, all'interno del quale uno studente è stato insultato pesantemente dall'ex ministro La Russa e allontanato a viva forza per aver posto una domanda di elementare buon senso. Le istituzioni devono includere, non escludere né offendere, e dovrebbero tutelare e rappresentare tutti i cittadini. Si sono ricevute attestazioni di stima e di riconoscenza dalle persone partecipanti, e abbiamo anche raccolto e sostenuto l'intenzione di una coppia gay di Saludecio (RN), sposata a New York, di chiedere la trascrizione del loro matrimonio."

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