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Cronaca

Infiltrazioni mafiose, a Rimini sequestrati 18 immobili alla criminalità organizzata

Questi i dati forniti alla platea di studenti delle scuole superiori e universitari di Bologna, nel corso dell'incontro con l'ex prefetto di Bologna Ennio Mario Sodano

Dall'introduzione della legge Rognoni-La Torre nel 1982 e della 'confisca allargata' nel 1992 al 31 dicembre 2017 lo stock dei beni sequestrati o confiscati alla criminalità organizzata in Italia è di 30.360 immobili, di cui 13.140 destinati e 17.220 in gestione all'Agenzia per i beni confiscati, e di 3.874 aziende (di cui 2.894 in gestione e 890 destinate). E in Emilia-Romagna i numeri parlano di 471 immobili in gestione e 122 assegnati, oltre ad 88 imprese gestite dall'Agenzia. Questi i dati forniti alla platea di studenti delle scuole superiori e universitari di Bologna, nel corso dell'incontro tenutosi oggi a Fico-Eataly World nell'ambito delle 'Lezioni per la generazione Z' promosse dalla Fondazione Fico, dal direttore dell'Agenzia, ed ex prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano. Per spiegare lo squilibrio tra le aziende in gestione e quelle assegnate, Sodano sottolinea che "la stragrande maggioranza è composta o da società che esistono solo sulla carta, o da aziende che sopravvivevano grazie al potere intimidatorio della mafia, ma che da sole non sono in grado di stare sul mercato".

Secondo le stime dell'Agenzia, aggiunge il prefetto, "quelle vere sono circa 500, e in molti casi funzionano bene, anche se il loro panorama è talmente vasto che non si può pensare di farle gestire in esclusiva a un'Agenzia di 90 persone". Da qui la decisione, spiega Sodano ai cronisti a margine dell'evento, di sviluppare "una sinergia con gli Enti locali e lo Stato", come nel caso della "discussione intavolata con il ministero dello Sviluppo economico su alcune aziende 'strategiche' che, secondo noi, devono essere tutelate dagli Enti preposti" o del "protocollo siglato a gennaio con Agea e con il ministero delle Politiche agricole”.

La situazione non cambia molto se ci si sposta in Emilia-Romagna. Qui le aziende gestite dall'Agenzia sono 88, di cui quasi la metà sono imprese di costruzioni, e anche in questo caso, assicura Sodano, "si tratta in gran parte di scatole vuote o di aziende la cui confisca, in molti casi avvenuta nell'ambito del processo Aemilia, non è ancora definitiva". Nel dettaglio, in regione sono state confiscate o sequestrate 35 aziende nella provincia di Reggio Emilia, 18 in quella di Modena, 15 nell'area metropolitana di Bologna, 10 a Parma e provincia, tre nel Ferrarese e nel Riminese, e due nelle province di Ravenna e Forli'-Cesena.

Per quanto riguarda, invece, i 471 beni immobili sequestrati o confiscati in Emilia-Romagna, la maggior parte (185) si trova nella provincia di Parma, seguita da Reggio Emilia (141), Bologna (41), Modena (40), Ferrara (33), Rimini (18), Ravenna (nove), Piacenza (tre) e Forlì-Cesena (uno). I numeri cambiano nettamente quando si passa ad analizzare i 122 immobili già destinati: qui, infatti, a fare la parte del leone sono le province romagnole di Forlì-Cesena con 27 e di Rimini con 25, seguite da Bologna e Parma con 18, Ravenna con 13, Ferrara con 12, Piacenza con sei e Modena con tre. Di questi 122, tra l'altro, ben 45 sono stati assegnati negli ultimi due anni (24 nel 2016 e 21 nel 2017). E se i 2.200 immobili assegnati in tutta Italia nel 2017 fanno sorridere Sodano, che ricorda come "la cifra sia quadruplicata rispetto a quattro anni fa, quando ne furono assegnati circa 500", per il 2018 il direttore dell'Agenzia punta a battere il record stabilito lo scorso anno, annunciando in conferenza stampa che "abbiamo già pronto un pacchetto di 2.400 immobili, di cui parleremo nelle 11 Conferenze dei servizi in programma a partire da maggio".
(Agenzia Dire)

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