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Cronaca

"Investi in cryptovalute e sarai tra i proprietari del Manchester City", anziano ci rimette 70mila euro

Le indagini della Polizia Postale sono risalite fino a un gruppo di 4 persone, sedicenti broker di una società specializzata in monete elettroniche, con base a Roma

Una telefonata spam, come tante che arrivano ogni giorno sui nostri cellulari, è costata 70mila euro a un pensionato riminese attirato nella trappola da una banda di truffatori che gli avevano prospettato una serie di investimenti in cryptovalute col miraggio di entrare nella compagine societaria del Manchester City. La vittima, un 70enne che attraverso gli avvocati Luca Greco e Sauro Muccioli ha presentato una denuncia per truffa, secondo quanto ricostruito è stato attirato nella rete nell'autunno del 2021. L'esca è partita, appunto, da una telefonata da parte di una sedicente società di investimenti specializzata nelle cryptovalute prospettandogli importanti guadagni. Dall'altra parte della cornetta un fantomatico broker che, alla fine, era riuscito a convincere il riminese ad affidargli i suoi risparmi attraverso un bonifico all'estero su un Iban che gli era stato inviato tramite Whatsapp da un numero straniero. Effettuata la transazione, il 70enne non solo aveva iniziato ad attendere i frutti prospettati dell'investimento ma aveva effettuato altri bonifici per rimpinguare il conto on line. In tutto, secondo la denuncia, sono stati 70mila gli euro affidati ai sedicenti broker di cui però solo 20mila hanno lasciato tracce telematiche.

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Col passare del tempo, però, di interessi non si è più parlato e anche il capitale è letteralmente sparito con l'anziano che non ha potuto far altro che denunciare l'accaduto. Le indagini della Polizia Postale sono risalite fino a un gruppo di 4 persone con base a Roma: un capoverdiano di 45 anni e tre italiani, due uomini di 42 e 50 anni e una donna di 36. Nei loro confronti è scattata la denuncia e alla conclusione delle indagini preliminari nei loro confronti è arrivata la citazione diretta a giudizio con l’udienza predibattimentale fissata per il 24 giugno a Roma. Gli imputati devono rispondere dell’accusa di truffa in concorso non solo ai danni del riminese ma, anche, di un romano finito a sua volta nel presunto inganno.

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