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Cronaca

La Cappella dei Pianeti e dello Zodiaco nel Tempio Malatestiano fotografata a lume di candela

Un ciclo di 39 fotografie straordinarie dell’artista Nino Migliori, offre l’occasione di una nuova e suggestiva interpretazione fotografica della Cappella dei Pianeti

A chiudere l'anno del seicentesimo anniversario della nascita di Sigismondo Pandolfo Malatesta sarà un appuntamento di grande valore artistico: la mostra Lumen La Cappella dei Pianeti e dello Zodiaco nel Tempio Malatestiano che, con un ciclo di opere 39 fotografie straordinarie l’artista Nino Migliori, offre l’occasione di una nuova e suggestiva interpretazione fotografica della Cappella dei Pianeti, osservata al lume di candela e che, curata da Roberto Maggiori, sarà inaugurata alla FAR - Fabbrica Arte Rimini domani sabato 16 dicembre 2017 alle ore 18 alla presenza dell'autore. Una mostra di un grande fotografo che nasce nell’ambito delle Celebrazioni sigismondee, che Rimini ha voluto commissionare all’artista Nino Migliori capace di realizzare un nuovo ciclo di opere dedicate ad Agostino di Duccio e al Tempio Malatestiano, stilisticamente iscritto nella recente serie che ha per tema ispiratore la scultura gotica e rinascimentale.

I suggestivi scatti di Nino Migliori

L’occasione di una nuova e suggestiva interpretazione fotografica della Cappella dei Pianeti, osservata al lume di candela, ci restituisce un inedito sguardo su quella cruciale vicenda storica. Quelle opere di metà Quattrocento, immerse nel liquido amniotico della notte e raccolte da un geniale occhio contemporaneo, rivelano la loro dimensione gotica, più di quanto non possa fare qualsivoglia riflessione estetica o teologica. "Nino Migliori – ha detto l’assessore alle Arti Massimo Pulini nel presentare quest’oggi la mostra in anteprima alla stampa - è tra gli autori che meglio rappresentano la straordinaria avventura della fotografia che, da strumento documentario, assume valori e contenuti legati all’arte e alla sperimentazione. Oggi si considera Migliori come un vero architetto della visione, ogni suo lavoro è frutto di un progetto preciso sul potere dell’immagine, tema che ha caratterizzato tutta la sua produzione. Nel ringraziare quanti hanno collaborato, in primo luogo la Diocesi di Rimini e la “Fabbrica del Tempio”, voglio ricordare, oltre alla Regione Emilia-Romagna per il sostegno alle Celebrazioni, anche Banca Malatestiana che ha creduto in questo progetto fin dalla sua ideazione ed ha voluto legare il suo nome, come era naturale che fosse, a questo evento di punta delle Celebrazioni Malatestiane, ed Hera che ne ha favorito la realizzazione.”

"Nino Migliori - spiega Roberto Maggiori che ha curato la mostra - fotografa dal 2006 sculture e bassorilievi del Medioevo e del Rinascimento, testimonianze di storie lontane, eppure fruite quotidianamente nelle numerose città che ospitano i tanti capolavori presenti nel Bel Paese. Opere dal linguaggio sempre più sfuggente ai nostri giorni, pervasi da una connettività caleidoscopica e chiassosa, dalla produzione, così come dal consumo, immediati. Nino Migliori riscopre allora un linguaggio muto attraverso una modalità operativa minimale: l’essenzialità di un’inquadratura frontale e la semplice luce di un paio di candele, un modo per riproporre le opere così come erano percepite nelle meditabonde ore notturne dagli autori, e dalla cultura coeva che le ha generate, in primis quella Prisca Theologia o Philosophia Perennis a cui Sigismondo Malatesta si era ispirato nel progettare il Tempio. Ancora una volta torna nel lavoro di Migliori l'attenzione alla memoria storica e all'immaginario collettivo, attraverso un'osservazione tesa a rilevare e risignificare la realtà tramite la gestualità, in questo caso l'orientamento di una candela in piena oscurità. Alla contemplazione dello spettatore si affianca così l'azione dell'artista, capace di amplificare i segni espressivi che evocano il fascino del Misterioso e del Meraviglioso, temi cari alla cultura rinascimentale che ha generato il Tempio Malatestiano. Migliori, “disegnando” con il chiaroscuro suggestioni fantastiche, ci trasporta in una dimensione altra, simile a quella sperimentata dai cittadini riminesi che nel 1400 avvicinavano di notte i bassorilievi di Agostino di Duccio al lume di una torcia. Un viaggio a ritroso nel tempo, quando il buio e il silenzio lasciavano spazio all'interiorità, all'immaginazione, all'incanto di una luce viva capace di isolare e animare nel profondo la materia".

“L'operazione di Nino Migliori - afferma Giuseppe Gagliano, Direttore Relazioni Esterne del Gruppo Hera che ha sostenuto l’iniziativa - rappresenta una forma viva e attualizzante di valorizzazione del patrimonio culturale, che merita di essere premiata. Da sempre attenta alle migliori esperienze culturali dei propri territori di riferimento e nella convinzione che i tesori dell'arte debbano costantemente rinascere alla luce di sguardi ed energie nuove, Hera ha così deciso di sostenere una mostra fotografica che eccede il semplice omaggio ad Agostino di Duccio e al Tempo Malatestiano, invitandoci semmai a riprogettare il nostro sguardo in funzione di una bellezza inedita, in cui cogliere di sorpresa il nostro stesso passato."

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