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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Le proposte Cgil sui diritti dei lavoratori dello sport: oltre 1 milione senza tutele

Il sindacato ha scelto Rimini dove, ai primi di giugno, si svolgerà la fiera del fitness, per presentare le sue proposte sul riconoscimento del diritto del lavoro

Da alcuni mesi NidiL e SLC hanno promosso diversi progetti per rappresentare i lavoratori dello sport, mondo del lavoro poco conosciuto e poco tutelato. Raccogliendo l'impegno politico contenuto nella Carta dei Diritti Universali del Lavoro della Cgil, l'obiettivo è dare tutele e rappresentanza ad oltre un milione di persone che in questo mondo operano e lavorano. La Cgil ha scelto Rimini dove, ai primi di giugno, si svolgerà la fiera del fitness, per presentare le sue proposte sul riconoscimento del diritto del lavoro anche in questo settore. La Manifestazione Pubblica cui parteciperà un parterre di rappresentanti istituzionali ed esperti di settore si terrà sabato 27 maggio, dalle ore 11,00 nella Camera del Lavoro di Rimini. Sono 19 milioni e 600 mila le persone che dichiarano di praticare uno o più sport nel tempo libero; circa il 24% quelle che dichiarano di svolgere pratica sportiva in maniera continuativa. A ciò corrispondono 45 Federazioni Sportive Nazionali (FSN) e 19 Discipline Sportive Associate (DSA); 4milioni e 535 mila tesserati. Decine di migliaia gli operatori diversamente inquadrati sia nelle imprese sportive che nel non profit, che generano un notevole giro economico.

La Cgil ritiene che vadano innanzitutto ben definiti e regolamentati i settori dilettantistico e professionale. Infatti le Federazioni sportive che oggi riconoscono il professionismo sono quattro: Calcio, Ciclismo, Pallacanestro e Golf.  Tutte le altre federazioni, le associazioni e le società sportive, le discipline sportive associate, gli enti di promozione sportiva e le associazioni benemerite, in totale 92 enti che organizzano la pratica sportiva in oltre 72.000 associate, considerano l'attività sportiva puro dilettantismo o volontariato. Senza considerare che nessuna disciplina e nessuna federazione riconosce lo status di professionista alle donne. La mancanza di una disciplina legislativa organica e specifica per i due settori ha portato a situazioni di precarietà strutturale e persistente, lavoro spesso sottopagato e lavoro nero, in assenza di coperture assicurative e contributive e per i periodi di inoccupazione ed agevolazioni per accedere al credito da parte di chi vuole avviare una nuova esperienza professionale. Di notevole importanza la regolamentazione delle modalità di assegnazione per la gestione degli impianti sportivi di proprietà pubblica.

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