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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Coriano

Libera coltivazione casalinga della marijuana, San Patrignano: "Preoccupati per le conseguenze"

La comunità di recupero: "Coltivare lecitamente in ambiente domestico una sostanza stupefacente inciderà negativamente sull’educazione dei minori"

La Corte di Cassazione ha stabilito che coltivare marijuana in casa in piccole quantità e per uso personale non costituisce reato. La sentenza è stata emessa lo scorso 19 dicembre dalle sezioni unite penali, in riferimento a un ricorso presentato a ottobre: le motivazioni devono ancora essere depositate, quindi i dettagli della decisione non sono noti. La sentenza non significa che sia cambiata la legge, né che d’ora in poi tutte le sentenze di grado inferiore saranno necessariamente analoghe: ma è comunque una cosa importante per il trattamento giuridico dei casi simili in Italia. Anche se le sentenze della Cassazione non hanno di per sé un valore vincolante se non per il procedimento giudiziario per il quale vengono emesse, quelle decise dalle sezioni unite sono molto autorevoli e rappresentano la cosa più vicina a dei precedenti vincolanti prevista dall’ordinamento italiano. È probabile, insomma, che l’orientamento della sentenza sarà seguito d’ora in avanti dai giudici che dovranno decidere sullo stesso tema.

Una sentenza che non è piaciuta alla comunità di recupero di San Patrignano e che, in una nota stampa, si dice "preoccupata". "In attesa che vengano rese pubbliche le motivazioni della pronuncia del 19 Dicembre con cui le Sezioni Unite Penali della Cassazione hanno giudicato lecita la coltivazione domestica di cannabis - spiegano dalla collina di Coriano - esprimiamo la nostra più viva preoccupazione per le eventuali conseguenze che, da questa decisione, si potrebbero riverberare negativamente sul nostro sistema sociale, già duramente colpito da una comprovata emergenza educativa così come più volte ricordato anche da Papa Francesco. Infatti, coltivare lecitamente in ambiente domestico una sostanza stupefacente inciderà negativamente sull’educazione dei minori che cresceranno, sempre di più, nella convinzione che l’utilizzo di cannabis sia innocuo e socialmente condiviso nello strisciante e progressivo percorso verso la legalizzazione che da anni è ormai in corso nel nostro Paese. Tutto ciò quando le evidenze scientifiche hanno ormai ampiamente dimostrato le conseguenze negative sulla salute della popolazione e, in particolare, sullo sviluppo cerebrale in età evolutiva".

"Mentre i Tribunali dei Minori continueranno ad emettere sentenze di allontanamento di adolescenti da genitori tossicodipendenti a causa della loro  incapacità educativa - prosegue la comunità - il ramo superiore della Magistratura ritiene invece lecito che un genitore coltivi e consumi una sostanza stupefacente in casa in presenza dei propri figli. 
 Desideriamo ricordare la Convenzione sui diritti dell’Infanzia approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con legge 27 maggio 1991 n. 176. In particolare l’art. 33 recita testualmente: “gli Stati parti adottano ogni adeguata misura, comprese misure legislative, amministrative, sociali ed educative per proteggere i fanciulli contro l’uso illecito di sostanze stupefacenti e di sostanze psicotrope, così come definite dalle Convenzioni internazionali pertinenti e per impedire che siano utilizzati fanciulli per la produzione e il traffico illecito di queste sostanze”. Vogliamo infine ricordare i continui casi di intossicazione di minori che ingeriscono sostanze stupefacenti di ogni genere detenute in casa (frequentemente anche cannabis), nonché la esponenziale crescita di casi di accesso al pronto soccorso di adolescenti colpiti da attacchi di panico e ansia provocati dal consumo di cannabis, continuamente denunciati da autorevoli esponenti della neuropsichiatria. Confidiamo in quella parte delle Istituzioni e del Paese in cui prevalgano ancora i valori e i principi alla base di una corretta educazione che possa garantire agli adolescenti e a tutti noi di crescere e vivere in una società libera dalla droga e da tutte le forme di dipendenza".
 

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