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Cronaca

Lupara Bianca, anonimo scrive: "Sono Stato io"

Un caso di "lupara bianca" degli anni Ottanta a Rimini torna a far parlare in seguito ad una lettera anonima. La lettera è arrivata circa due mesi fa al Questore di Rimini, Oreste Capocasa

Un caso di "lupara bianca" degli anni Ottanta a Rimini torna a far parlare in seguito ad una lettera anonima. La lettera è arrivata circa due mesi fa al Questore di Rimini, Oreste Capocasa. L'anonimo mittente ha confessato l'omicidio di Arcangelo Romano, vittima di "lupara bianca" nella guerra tra bande scoppiata negli Ottanta per il controllo delle bische clandestine in Romagna, spiegando di non essere un millantatore ma colui che ha ucciso.

Per quell'assassinio, fu arrestato Domenico Saccà, 59enne residente a Rimini e tutt'ora agli arresti domiciliari per quei fatti di cui si è detto sempre innocente. "La lettera è stata da me consegnata subito alla Squadra Mobile - ha detto Capocasa - ora spetta alla magistratura decidere sul caso". Il caso è seguito dal sostituto procuratore, Marino Cerioni. La Questura ha fatto presente tutte le indagini fatte all'epoca della scomparsa indicando inoltre alla Procura quello che potrebbe essere il sito, una vasta zona del Rimini, a cui fa riferimento la lettera. Non si escludono però nei prossimi giorni nuovi sopralluoghi.

"Verifiche e approfondimenti, in linea generale, vanno sempre fatti - ha spiegato il capo della Procura della Repubblica di Rimini, Paolo Giovagnoli -, anche in presenza di una lettera anonima. Va però fatta una riflessione: se qualcuno vuole davvero confessare un omicidio lo fa con nome e cognome".

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