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Cronaca

Lupo impiccato alla pensilina dell'autobus, gli imputati patteggiano

Amarezza da parte della Lav per le pene troppo miti: "Serviva dare un messaggio deciso contro ogni possibile emulazione”

Si è concluso con un patteggiamento il processo che vedeva imputate tre persone per l'impiccagione del lupo, trovato il 4 novembre dello scorso anno, appeso senza vita a una pensilina dell'autobus nel comune di Coriano. Accusati di uccisione di animali, furto venatorio e macellazione abusiva hanno patteggiato rispettivamente la pena a 1 anno e sei mesi, un anno, e nove mesi di reclusione con la sospensione della pena. Ad essere rinviati a giudizio, dopo le indagini dei carabinieri Forestali, erano stati il titolare 83enne di un'azienda agricola, il figlio 43enne e un dipendente 48enne. Tra i reati contestati a vario titolo, oltre all’uccisione di animali (ex artt. 554 bis c.p.) anche il furto venatorio aggravato (articoli 110, 624, 625), l’uccisione di specie protetta (110 e articoli 727 bis) e, non ultimi, anche la macellazione abusiva e il maltrattamento degli ovini allevati perché uccisi senza preventivo stordimento e l’abbandono rifiuti speciali, come pelli, carcasse, interiora.

“Accogliamo l’esito di questa udienza con parziale soddisfazione – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Lav Animali Selvatici – infatti, se da un lato la richiesta di patteggiamento conferma le responsabilità degli imputati, dall’altro, l’entità delle pene risulta minima, specie per reati di questa gravità, anche alla luce della necessità di dare un messaggio deciso, contro ogni possibile emulazione. Dopo aver sventato molteplici tentativi di legalizzare le uccisioni dei lupi, che alcuni avrebbero desiderato introdurre nel nuovo testo di Piano Lupo, oggi più che mai è necessario non abbassare la guardia su atti come questo, che configurano fatti gravissimi e, cosa ancor più preoccupante, non isolati".

“L’inasprimento delle pene previste dai reati contro il sentimento per gli animali deve essere uno degli obiettivi primari di questo Governo” ha dichiarto Edgar Meyer, Presidente di Gaia Animali & Ambiente. “L’esito del procedimento - aggiunge - è per le associazioni una vittoria a metà. Vero che il patteggiamento ha permesso di identificare i responsabili del fatto, ma pene così esigue per fatti così gravi devono essere assolutamente aumentate senza attendere altro tempo. Ricordiamo che oltre ai reati in danno di animali, diverse sono state le contestazioni anche al Testo Unico Ambientale. Auspichiamo che il Governo e il Parlamento ascoltino le nostre istanze e le proposte di riforma al Titolo IX bis del Codice Penale aumentando le pene per i reati contro il sentimento per gli animali. Infine, è assurdo che ancora oggi l’uccisione di un esemplare di specie protetta, sia solamente una contravvenzione, deve essere elevata al rango di delitto.”

Per la Lega Abolizione Caccia  “è  una buona condanna, ma auspichiamo presto pene più severe che facciano da serio deterrente ai troppi casi di bracconaggio e reati a danno degli animali selvatici” .  

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