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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Mattarella al Meeting: "I cittadini della Romagna non vanno lasciati soli. E i migranti non sono numeri"

Il Presidente della Repubblica in visita al Meeting di Rimini, un lungo applauso prima dell'intervento: "Stop alla guerra, serve pace giusta"

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è arrivato alla fiera di Rimini in perfetto orario rispetto al programma, dopo lo scalo all’aeroporto di Rimini-San Marino, per l’intervento nella giornata conclusiva del Meeting. Il capo dello Stato è stato salutato da un sentito applauso, che ha ritmato a gran voce il coro “Pre-si-den-te”. Ad accogliere il presidente Mattarella, all’ingresso della fiera, il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, la vice sindaca di Rimini Chiara Bellini (il sindaco si trova in questo momento all’estero), il prefetto Rosa Maria Padovano e Bernard Scholz, presidente del meeting di Rimini, a cui è spettato il compito del saluto istituzionale al Capo dello Stato.

Nelle prime file, tra le autorità, presente anche il commissario per l'alluvione Francesco Figliuolo, oltre al viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli e ad alcuni ministri del governo della Repubblica di San Marino. Era atteso un passaggio del Capo dello Stato proprio a riguardo del tema dell’alluvione in Romagna e questo non è mancato: "I cittadini della Romagna e i loro sindaci non vanno lasciati soli – ha detto Mattarella -, la ripartenza delle comunità e delle attività è una priorità, non soltanto per chi vive qui ma per l'intera Italia".

In alcuni passaggi del suo intervento Mattarella ha poi detto dal palco del Meeting di Rimini, facendo forza sui temi dell’amicizia e in riferimento a quanto sta accadendo sul fronte internazionale tra Russia e Ucraina: "Vorrei che ci interrogassimo. Su cosa si fonda, la società umana; la realtà nella quale ciascuno di noi è inserito: è il carattere dello scontro? È inseguire soltanto il proprio accesso ai beni essenziali e di consumo? È l'ostilità verso il proprio vicino il proprio lontano? È la contrapposizione tra diversi? O è, addirittura, sul sentimento dell'odio, che si basa la convivenza tra le persone? Se avessimo risposto affermativamente, anche, soltanto, a una di queste domande, con ogni probabilità, il destino dell'umanità si sarebbe condannato da solo".

"L'aspirazione, non può essere, quella, di immaginare che l'amicizia unisca soltanto coloro che si riconoscono come simili. Al contrario. Se così fosse, saremmo sulla strada della spinta alla omologazione, all'appiattimento. L'opposto, del rispetto delle diversità; delle specificità proprie a, ciascuna, persona. Non a caso, la pretesa della massificazione, è quel che ha caratterizzato, ideologie e culture, del Novecento, che hanno portato alla oppressione dell'uomo sull'uomo". La nostra costituzione nasce "per superare, per espellere, l'odio, come misura dei rapporti umani. Quell'odio che, la civiltà umana, ci chiede di sconfiggere nelle relazioni tra le persone; sanzionandone, severamente, i comportamenti, creando, così, le basi delle regole della nostra convivenza".   

Un passaggio significativo anche sul tema dell’accoglienza dei richiedenti asilo politico: “Occorre percorrere strade diverse. Se non se ne avverte il senso di fraternità umana, per una miglior sicurezza". "Una pace giusta, non può dimenticare il dramma dei profughi. I fenomeni migratori, vanno affrontati per quel che sono: movimenti globali, che non vengono cancellati da muri o barriere", ha aggiunto il capo dello Stato. "Occorre un impegno, finalmente concreto e costante, dell'Unione europea" e "sostegno ai Paesi di origine dei flussi migratori".

"È necessario rendersi conto che soltanto ingressi regolari, sostenibili, ma in numero adeguatamente ampio, sono lo strumento per stroncare il, crudele, traffico di esseri umani - ha aggiunto -: la prospettiva, e la speranza di venire, senza costi e sofferenze disumane, indurrebbe ad attendere turni di autorizzazione legale". "Inoltre - ha spiegato Mattarella -, ne verrebbe assicurato un inserimento lavorativo ordinato; rimuovendo la presenza nascosta, incontrollabile, di chi vaga senza casa, senza lavoro e senza speranza; o di chi vive ammassato in centri di raccolta, sovente mal tollerati dalle comunità locali".

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