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Cronaca

Maurizio Bigi nuovo direttore di unità operativa territoriale

Da alcune settimane il dottor Maurizio Bigi è il direttore dell’Unità Operativa “Tutela Salute Famiglia, Donna ed Età Evolutiva” dell'Azienda USL di Rimini (ruolo prima di lui ricoperto dal dottor Lello Contarini)

Da alcune settimane il dottor Maurizio Bigi è il direttore dell’Unità Operativa “Tutela Salute Famiglia, Donna ed Età Evolutiva” dell'Azienda USL di Rimini (ruolo prima di lui ricoperto dal dottor Lello Contarini, andato in pensione). Il dottor Bigi ha 48 anni, è sposato, ha tre figli e si è laureato nel 1990 all’Università degli Studi di Bologna, presso la quale ha conseguito anche le specializzazioni in Pediatria ed in Allergologia ed Immunologia Pediatrica.

Tutte col massimo dei voti, ed aggiudicandosi, per la specializzazione in Pediatria, una borsa di studio. Si è sempre occupato anche di Malattie Respiratorie dell’Infanzia, una competenza sviluppata grazie a colui che egli stesso definisce essere ancora oggi suo primo maestro, il professor Filippo Bernardi, pneumologo pediatra dell’ Azienda Ospedaliera Policlinico “Sant'Orsola – Malpighi” di Bologna. Numerosissime le esperienze formative maturate, nel corso degli anni, in tutt'Italia.

Il dottor Bigi ha iniziato a lavorare, nel 1991 come sostituto di Medici di famiglia presso l'Azienda USL Città di Bologna, e di lì in poi ha svolto esperienze lavorative a Ferrara, Bologna (Azienda Ospedaliera Policlinico “Sant'Orsola – Malpighi”), Modena e Rimini. E' stato assunto in ruolo, presso l'Ospedale “Infermi” di Rimini, in qualità di medico nell'unità operativa di Pediatria (ruolo ricoperto fino all'attuale nomina), il primo agosto 1999.

E' inoltre membro del Board Aziendale per la Ricerca e Innovazione, del Gruppo Aziendale Prevenzione e Controllo della Malattia Tubercolare ed è stato referente della Qualità presso il Dipartimento Materno Infantile. Ha inoltre organizzato e partecipato come docente a vari corsi e seminari organizzati sia a Rimini sia nel resto d'Italia, in particolare su temi inerenti l'allergologia e la pneumologia pediatrica.

L’Unità Operativa Tutela Salute Famiglia, Donna ed Età Evolutiva viene istituita nel novembre 2009 a seguito della riorganizzazione dei dipartimenti territoriali ed è una articolazione del Dipartimento di Cure Primarie, una struttura organizzativa complessa di produzione di servizi che garantiscono l’assistenza primaria ai cittadini. Nello specifico, all’Unità Operativa Tutela Salute Famiglia, Donna ed Età Evolutiva afferiscono circa 80 operatori sanitari tra pediatri, ginecologi, psicologi, ostetriche, infermieri, assistenti sociali e sanitari ed è articolata in 3 strutture semplici: Unità Pediatrica di Cure Primarie, Assistenza Consultoriale, Responsabilità Genitoriale e Tutela Minori.

L’Unità Pediatrica di Cure Primarie ha come sue principali funzioni: inserire la figura del pediatra di famiglia nel processo di integrazione ospedale-territorio favorendo l’adesione alle linee guida esistenti e monitorando la prescrizione farmaceutica, assicurare i programmi di vaccinazione e screening a livello aziendale, predisporre l’attività di sorveglianza igienico- sanitaria nelle comunità infantili, garantire la continuità assistenziale tra ospedale-territorio e l’assistenza domiciliare del bambino affetto da grave patologia cronica, istituire programmi di educazione sanitaria, di promozione di stili di vita favorevoli alla salute e di prevenzione secondo i principi ispiratori del Piano della Prevenzione della Regione Emilia-Romagna, promuovere tra l'altro l’allattamento al seno e gli screening femminili per la diagnosi precoce e prevenzione dei tumori del collo dell’utero, occuparsi della parte territoriale del percorso nascita nonché coordinare le adozioni nazionale e internazionali grazie ad un gruppo aziendale costituito da un’equipe di professionisti esperti. Infine la Responsabilità Genitoriale e Tutela Minori ha come sue principali funzioni: coordinare in ambito sociale e psicologico le attività di presa in carico sul minore e sugli adulti laddove necessario, di sostegno del minore, della famiglia, coppia o del singolo genitore in caso di patologia, di collaborare alla promozione dell’affidamento familiare e dell’accoglienza, di promuovere la cultura dell’infanzia attraverso interventi di prevenzione e sostegno a favore del minore.

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