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Cronaca

Metanodotto Sansepolcro – Rimini, Coldiretti sul piede di guerra: "Nessuno ci ha informati"

Dall’alta Val Marecchia fino a Rimini un nuovo tubo di circa 1 metro di diametro che verrà ricoperto da un metro e mezzo di terreno su cui vi sarà una servitù in superfice

Nessun contatto preventivo da parte di Snam Rete Gas con le rappresentanze agricole per l’illustrazione del progetto relativo al rifacimento del metanodotto Sansepolcro – Rimini e i necessari accordi preventivi prima di attivare le procedure necessarie per avviare i lavori, come peraltro avvenuto in occasioni passate. Semplicemente poche righe a firma di uno studio privato in rappresentanza di una società esterna incaricata da Snam Rete Gas, con la quale vengono contattati i proprietari per illustrare il tracciato chiedendo di fatto la sottoscrizione dell’adesione per chiudere la partita delle occupazioni temporanee e delle servitù. "Come Organizzazione di categoria non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali - commenta Giuseppe Salvioli Presidente di Coldiretti Rimini. - Per l’opera è stata chiesta la pubblica utilità e come spesso accade, a nostro parere, fino ad oggi non c’è stata la giusta attenzione nei confronti delle aziende agricole interessate".

La nostra provincia dall’alta Val Marecchia fino a Rimini, sarà attraversata da un nuovo tubo di circa 1 metro di diametro che verrà ricoperto da un metro e mezzo di terreno. Per tutta la sua lunghezza, in superficie verrà imposto una servitù per una fascia larga 40 metri (20 per lato). In altre parole, non verranno sottratti metri di campo ai legittimi proprietari, ma Snam Rete Gas chiede il diritto di far passare la tubazione sul (sotto) il terreno. "I coltivatori – spiega Anacleto Malara Direttore di Coldiretti Rimini – una volta terminati i lavori, potranno continuare a lavorare il terreno, senza tuttavia poter costruire strutture o piantare alberi ad alto fusto nelle vicinanze della conduttura,  e comunque la realizzazione del metanodotto inevitabilmente farà perdere valore alle proprietà". Ma la partita più rilevante è quella del risarcimento dei danni e del mancato guadagno. "Pensiamo a chi ha compiuto investimenti importanti, dalla realizzazione di impianti di frutteti a quello di irrigazione fino al drenaggio sotterraneo – spiega Giorgio Ricci Vice Direttore Coldiretti Rimini – senza trascurare che i lavori di posa del tubo potrebbero comportare l’abbattimento di centinaia di piante da frutto, molte delle quali si possono definire “storiche” e la perdita di alcuni raccolti".

"Non si tratta soltanto di definire l’entità di indennizzo per le occupazioni temporanee e le servitù. Al fine di  salvaguardare l’integrità dei terreni coltivati e tutelare le aziende agricole coinvolte – conclude Salvioli –  occorre difendere il patrimonio agricolo e pertanto Coldiretti lancia un appello ai Sindaci dei Comuni interessati di valutare percorsi alternativi che non pregiudichino la disponibilità e l’utilizzo di terra fertile, con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività agricola".

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