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Cronaca

Il maltempo di San Martino, l'esperto: "Tra le più severe tempeste di Bora degli ultimi anni"

All'origine di quella che è stata definita la "tempesta di San Martino", oltre alla discesa di aria fredda dal nord Atlantico, ha giocato un ruolo molto importante il calore e l'umidità che si sono accumulati nelle scorse settimane

All'origine di quella che è stata definita la "tempesta di San Martino", oltre alla discesa di aria fredda dal nord Atlantico, ha giocato un ruolo molto importante il calore e l'umidità che si sono accumulati nelle scorse settimane durante il lungo periodo di stabilità atmosferica. Lo illustra a RomagnaOggi.it  Pierluigi Randi, meteorologo/previsore di MeteoCenter.it/Meteoromagna.com, che annuncia per i prossimi giorni un nuovo marcato peggioramento delle condizioni atmosferiche.

Forti acquazzoni su buona parte della Romagna, raffiche di vento e danni dopo una lunga fase di caldo anomalo. Il tempo è improvvisamente impazzito?
Impazzito forse è un termine "eccessivo" tuttavia le anomale temperature delle scorse settimane hanno contribuito ad accumulare nei bassi strati quantità di calore sensibile ed umidità specifica insolitamente elevate per il periodo, oltre naturalmente a determinare temperature superficiali delle acque mediterranee superiori alla norma. Così, in concomitanza alla discesa di un nucleo di aria fredda in quota proveniente dal nord Atlantico, si è innescata una profonda depressione su Italia centromeridionale, la cui intensità potrebbe essere stata in parte favorita degli elementi accennati sopra. La depressione si è mossa lentamente verso sud sottoponendo la regione ai fenomeni, anche vistosi, osservati. Chiaramente l'area più penalizzata è stata quella riminese, sia per motivi legati alla particolare orografia che per la maggiore vicinanza al centro depressionario.

Lungo la costa il vento si è spinto oltre i 100 km/h, numeri che fanno venire i brividi. Ci spiega il perchè di tanta violenza?
Si è trattato di una vera e propria tempesta di bora, tra le più severe degli ultimi anni, con raffiche massime che localmente lungo la costa, nella notte tra il giorno 10 ed il giorno 11, hanno toccato o superato i 100 km/h (grado 9-10 della scala Beaufort corrispondenti a "tempesta" o "tempesta violenta"). Per trovare velocità massime simili, escludendo le raffiche di origine temporalesca che hanno dinamiche e durata diverse, occorre tornare al 24 settembre 2004, quando localmente si toccarono anche i 120 km/h. Peraltro nel caso attuale si può parlare di "bora scura", ovvero forti venti da nord-est accompagnati da cielo cupo e precipitazioni estese e talora intense.

Le correnti particolarmente violente occorse lunedì, specie lungo il litorale, sono dovute in primo luogo all'elevato gradiente di pressione al suolo (gradiente barico) che si è venuto a stabilire tra l'area alpina fino alle alpi dinariche, laddove la pressione è aumentata per l'arrivo di aria fredda e più densa, e le regione centromeridionali italiane dove si è innescata la depressione mediterranea la quale si è approfondita rapidamente. Maggiore è il gradiente barico a parità di distanza orizzontale, più forti saranno i venti e ieri le condizioni erano favorevoli ad intensi venti da nord-nord-est (gradiente barico molto elevato).

La bora poi è un vento "particolare", molto turbolento e "rafficoso"; ciò perchè discende impetuosamente dalle alpi dinariche ed è quindi affetta da una componente "catabatica" (flussi discendenti da una catena montuosa) che facilita velocità più elevate; inoltre essa tende ad incanalarsi lungo le strette vallate dinariche, ed anche l'effetto "strettoria" determina una intensificazione delle correnti, le quali poi dilagano sul mare Adriatico raggiungendo la nostra costa ancora molto attive. Un mix di fattori che lunedì ha dato il peggio di sè, e che accomuna i forti "colpi" di bora che ogni tanto flagellano l'Adriatico settentrionale.

Nelle prossime ore cosa possiamo attenderci?
La situazione, sia pure con gradualità, tende a migliorare per il progressivo allontanamento verso sud-est della depressione mediterranea; tuttavia ancora per martedì prevarrà nuvolosità stratificata ovunque e fino al pomeriggio saranno ancora possibili piogge, in genere deboli ed intermittenti, specie su riminese e rilievi della provincia Forlì-Cesena (in pianura fenomeni locali). Probabile estinzione del fenomeni in serata. Venti ancora vivaci da nord-est, tuttavia senza raggiungere gli estremi della giornata di ieri, in attenuazione sulle zone interne dalla serata. Temperature che si sono riportate nella norma del periodo, quantomeno nei valori massimi; insomma non fa affatto freddo; semplicemente era troppo caldo nei giorni scorsi. Un ulteriore miglioramento è atteso per mercoledì e parte di giovedì, ma probabilmente sarà effimero.

 Il weekend si attende perturbato? Rischio di altre abbondanti precipitazioni?
Ad oggi purtroppo sembra proprio di sì; infatti un nuovo vortice depressionario in distacco dal Mare del Nord sembra che sia intenzionato a puntare di nuovo verso il Mediterraneo, sebbene in questo caso con una traiettoria più "occidentale" rispetto al precedente. Ciò si tradurrebbe in una evoluzione caratterizzata da venti meno intensi ed aria più mite, ma con precipitazioni ugualmente estese e probabilmente più persistenti, ed inoltre con il coinvolgimento in egual misura di tutta la regione con accumuli che potrebbero risultare anche di un certo rilievo. Ovviamente serviranno ulteriori conferme in tal senso, ma appaiono probabili un venerdì 15 ed un sabato 16 nuovamente all'insegna di ombrello ed impermeabile, ed inoltre potrebbe trattarsi di una fase perturbata piuttosto lunga.

Alcuni modelli matematici indicano scambi meridiani tra la seconda e la terza decade di novembre: possibili scenari invernali o semplice autunno?
In effetti questa è uno scenario abbastanza "percorso" dai modelli globali, tuttavia i cosiddetti scambi meridiani possono significare tipi di tempo diametralmente opposti: se si viene interessati dalle risalite di masse d'aria subtropicale il tempo diviene solitamente mite e nella peggiore delle ipotesi un poco umido con piogge non frequenti; se si è dalla parte delle colate fredde (polari o artiche) arriva quasi l'inverno con temperature sotto le medie del periodo e precipitazioni più frequenti. Prescindendo da quello che sarà l'andamento termico appare comunque probabile un periodo piuttosto instabile e piovoso nel prossimi 10-15 giorni, con temperature in progressivo calo ma non lontane dai valori tipici di novembre.

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