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Cronaca

Non congelateci il sorriso: gli alunni partecipanti al progetto in visita al Sigep

Un progetto sul bullismo, cyberbullismo e la comunità educante che coinvolge tutto il territorio

Ieri, in occasione della giornata conclusiva del Sigep, gli studenti delle scuole riminesi  partecipanti al progetto “Non congelateci il sorriso” sono stati accompagnati in visita dalla Presidente del Consiglio comunale di Rimini, Sara Donati. Non Congelateci il Sorriso è un progetto sul bullismo, cyberbullismo e la comunità educante. Nasce con l’idea che affrontare il problema del bullismo non sia un compito da delegare solo alla scuola o alla famiglia, ma possa essere anche un ambito in cui coinvolgere gli attori del territorio interessati a costruire una città più sicura per tutti i bambini e gli adolescenti.

Luoghi come le gelaterie artigianali sono frequentati da un numero rilevante di bambini e ragazzi; anche chi lavora in questi ambiti può contribuire all’educazione dei ragazzi e delle ragazze, attraverso una comunicazione che evidenzia i valori del rispetto, della collaborazione, dell’amicizia, della reciprocità, della solidarietà. Diventando, in altre parole, “educatori leggeri”, osservando il comportamento dei ragazzi, intervenendo in caso di atteggiamenti scorretti (ad esempio quando un ragazzino non aspetta il proprio turno, o getta via carte, o tiene un tono di voce troppo alto, o spintona i compagni ecc…). Non congelateci il sorriso è un progetto patrocinato dall’Assemblea della Regione Emilia Romagna, Comune di Rimini con il sostegno di Cna e Confartigianato, Sigep, Unirimini.

“Sostengo fortemente questi progetti – spiega Sara Donati -  perché il bullismo non è solo è un crescente e preoccupante fenomeno da prevenire e contrastare nella scuola, ma in tutti gli ambienti di vita civile. L’aspetto fisico, il modo di camminare, l’appartenenza religiosa o etnica, la sessualità sono i principali fattori di rischio per le piccole vittime. Occorre sostenere famiglie e insegnanti, nei percorsi di crescita e con l’aiuto di esperti possiamo dotare ragazze e ai ragazzi di strumenti per prevenire e far fronte alle angherie. Un progetto che mette al centro il territorio come comunità educante ed inclusiva”.

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