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Cronaca Torriana

Oasi di Montebello e cinghiali, gli ambientalisti tornano alla carica

"E' stata aperta la superficie dell'oasi alla caccia indiscriminata"

“Smembramento dell’Oasi di Torriana-Montebello e danni causati dai cinghiali: che c’azzecca l’apertura della caccia a tutte le specie?” A porre la domanda sono le associazioni riminesi dnA, Italia Nostra, L’Umana Dimora.

“In questi ultimi anni – spiegano gli ambientalisti – il problema dei danni causati alle coltivazioni, in particolare dalla presenza di cinghiali, si è aggravato notevolmente e sono costanti le proteste degli agricoltori. La Regione, dopo anni di negligente noncuranza, ed essersi limitata a rimborsare – spesso con molto ritardo – i danni agli agricoltori, ha risposto ora con la riduzione della superficie dell’Oasi di Torriana-Montebello e con l’apertura alla caccia indiscriminata al suo interno”. “Riteniamo positiva l’introduzione della tutela su tratti dell’asta fluviale (obiettivo da sempre del mondo ambientalista) ma riteniamo inaccettabile l’apertura alla caccia per quasi due terzi dell’Oasi di Torriana Montebello. Sottratto all’esercizio venatorio, il sito di Torriana-Montebello aveva espresso al meglio le potenzialità del territorio collinare, a torto considerato poco interessante ed importante dal punto di vista naturalistico.

“Già gli studi sulla vegetazione e le sue componenti floristiche ne avevano evidenziato il grande valore; le osservazioni sulla fauna hanno permesso di accertare presenze di assoluto interesse.
Ora, la riduzione della superficie ne sottrae quasi due terzi, ma la riduzione della funzionalità è ancora maggiore, poiché la resilienza di un sito è più che proporzionale alla sua vastità”.

Sulla gestione del cinghiale: “le indagini compiute sugli escrementi di lupo in massima parte confermano che il fattore di controllo dell’espansione del cinghiale è rappresentato dalla predazione da parte del lupo. A questa si devono aggiungere gli interventi di riduzione (anche drastica), del numero di cinghiali, necessari in accertati casi di grave squilibrio. Anche in questi casi, però, le modalità non possono essere quelle richieste dal mondo venatorio a proprio uso e consumo. Il controllo dei cinghiali si fa, secondo gli obiettivi che ci si propone, su classi di sesso ed età, in rapporto alle caratteristiche della popolazione presente. Non con l’apertura della caccia indiscriminata a tutte le specie. Invece, nonostante le responsabilità dei cacciatori in merito alla diffusione del cinghiale, si continua ad affidare a loro la “soluzione”, concedendo porzioni enormi di territorio che per molti mesi l’anno sono inaccessibili ad altri utilizzatori. Alla faccia, tra l’altro, della valorizzazione turistica dell’entroterra. Nel mentre, il numero dei cinghiali rimane (guarda caso), eccessivo, perché è evidente che i cacciatori non hanno alcuni interesse a ridurne più di tanto la presenza. Riteniamo perciò che le motivazioni per contrastare il grave errore gestionale compiuto dalla Regione e dalla Provincia siano più che valide. Pertanto sosteniamo l’azione avviata dal Comitato locale per la difesa dell’Oasi, volta a chiedere un ripensamento da parte della Provincia. Se le firme raccolte nel Comune di Poggio Torriana non serviranno allo scopo, ci daremo da fare per allargare la petizione ad altre parti del territorio.
 

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